PARIGI -
"Colombo Angelo Cesare e Giuseppe Camploy.
Fra i premiati con medaglia d'oro dall'Istituto di Scienze, Lettere ed
Arti nell'odierna esposizione degli oggetti d'industria, figura, il nome
di Colombo Angelo Cesare, già premiato nel concorso dell' anno 1855 con
medaglia d'argento, colla riserva di premio maggiore, per le lodevoli
prerogative de' suoi pianoforti.
Da quell'epoca in poi, la di lui officina ebbe un' ampliazione
significante: il numero degli operai vi fu raddoppiato e tale fu la sua
attività, da produrre più di due piano-forli alla settimana. Il Colombo
si è unito in società con la Ditta Camploy di Venezia, il quale oltre a
vistosi capitali, somministra ad essa anche una vernice di propria
invenzione, alta a rendere le tavole armoniche assai risuonanti e meno
soggette alle influenze atmosferiche.
La nostra Guzzetta Ufficiale di giovedì, 18. corrente, contiene in
proposito un ben elaborato articolo del professore Magrini, del quale
riportiamo volontieri i brani seguenti, affichè i nostri lettori possano
formarsi un' idea della qualità e del merito dei predetti istrumenti,
nonchè delle prerogative singolari della vernice inventata dal signor
Camploy,della quale abbiam toccato più sopra.
"Il modello di concerto (num. 2) in mogano, che porta il prezzo di 1500
franchi, per forza e briosa pastosità di suoni, per eleganza e finitezza
di lavoro, è consimile a molti di quelli ehe la moda e il fasto
domandano a Parigi, e non costano meno di 3000 franchi l'uno.
La breve coda di 7 ottave (n. 4) che, ad onta delle prime cinque o sei
note gravi alquanto magre e sorde e delle ultime piuttosto sottili,
secche, ha nel suo complesso un' aggradevole sonorità e rende le voci
medie veramente piene e soavi, al prezzo di 700 franchi; e il modello
piccolissimo di ottave 6 3/4 (n. 5) notabile per solidità di costruzione
e robustezza di suoni, al prezzo di 600 franchi, sono stromenti analoghi
e in nulla da posporsi a tanti che si pagano allo straniero con 1200
franchi. La quale robustezza di suoni del piccolissimo modello, crediamo
dipendere dall' avere collocate le corde sotto la tavola armonica.
Fu questo un felice pensiero del nostro artefice, un pensiero che lo
caratterizza per abilissimo osservatore. Di fatti, nella comune
struttura dei cembali a coda, l'urto del martello che versa nella corda
la forza viva proprio nell' istante della sua massima intensità, è quasi
perduto per la tavola armonica, la prima e più ampia vibrazione
operandosi contro l'aria libera.
Soltanto nel suo ritorno la vibrazione si effettua contro l'aria
appoggiata alla tavola. Ora, chi non vede che la forza impellente ha già
perduto in questo ritorno molta parte della intensità primitiva, e i
tremiti molecolari della tavola (dai quali dipende assaissimo la
sonorità), devono perciò ricevere minore vibratezza di quella che
effettivamente acquistano nel modello del Colombo, ove la percossa si
opera appunto, come nei cembali verticali, contro la tavola medesima?
I verticali a corde oblique di Parigi, corrispondenti a quelli indicati
al n. 6 della tariffa Colombo, costano 2000 franchi; e il Colombo ce ne
offre di 7 ottave cosi buoni ed eleganti, da sembrare usciti dalle
fabbriche di Erard o di Pleyel; e ce li offre per soli 900 franchi.
All'attuale nostra esposizione uno v' ha de' due verticali (pari fra
loro di struttura e dimensione) il quale, ricevuta la vernice Camploy,
divenne talmente superiore all' altro per rotondità, eguaglianza e
morbidezza di voci, da far desiderare che se ne renda generale
l'applicazione.
La detta vernice che nell' anuo 1856 ottenne premio dall' I. R. Istituto
Veneto, sembra anzi destinata a supplire quella che andò perduta nel
secolo passato.
Acquista in breve una durezza cristallina, e tanta aderenza alla tavola,
da non poterla levare se non coll' acciajo o col vetro taglienti. È
singolare che nell'atto di raschiarla s' incontri la stessa difficoltà,
si senta lo stesso odore come quando si opera sui violini antichi.
La sua azione non è soltanto superficiale, ma entra pei pori del legno,
ne attraversa anche la grossezza e lo indurisce equabilmente.
Soccorrendo così alle ineguaglianze di tessitura del legno, mette la
cassa degli istrumenti a corde in condizione di assumere nel suo
complesso con maggiore speditezza ed energia lo stesso loro ordine di
vibrazioni, e comunicarlo per moti simpatici alla massa d'aria che vi è
contenuta.
I violini ch' ebbero la cassa spalmata di questa vernice, si distinguono
dagli altri di uguale fattura per maggior forza, e sonorità più nutrita;
vantaggi che si estendono anche alle canne di legno degli organi.
Molti suonatori che per varie stagioni usarono in orchestra di tali
strumenti, assicurano che, ad onta dell' atmosfera talvolta
eccessivamente calda e sempre vaporosa del teatro, gli strumenti
verniciati da Camploy danno voci della stessa vigoria cosi nella prima
come nell'ultima arcata, mentre anche i vecchi violini, al termine dello
spettacolo, si sentono infiacchiti per colpa della umidità assorbita.
Ritornando ai piano-forti di Colombo, conchiuderemo ch' essi sono
pregevoli tanto per la venustà della forma esteriore e per la diligenza
nella esecuzione della tastiera, quanto per la scelta delle lamine di
pecchia costituenti la tavola armonica, per la opportuna collocazione ed
applicazione delle catene di rinforzo e degli archetti, per la qualità e
dimensioni delle corde, e per la giusta posizione dei martelli, onde la
percossa avviene in modo che i suoni si rendono pieni e spiccati.
Non vengano i rivali od i loro aderenti, non vengano coloro che sogliono
inchinarsi sempre antinazionale, a spargere la zizzania e insinuare il
rifiuto di queste nostrali manifatture sotto pretesto che mancano della
conveniente solidità e perdono di leggieri l'accordatura. La durevolezza
dei piano-forti costruiti dal Colombo fu riconosciuta e premiata nei
precedenti concorsi, fu riconfermata dalle crescenti commissioni che
giornalmente riceve. »
A tutti siffatti pregi se ne può aggiungere un altro non meno rilevante,
ed è il modico prezzo al quale l'egregio artefice si è posto in
condizione di vendere strumenti tanto pregevoli. Eccone la tariffa quale
ce la dà lo stesso professore Magrini nell'articolo sopracitato:
PIANO-FORTI A CODA. Sistema francese.
1 - Piano-forte doppio con una sola tastiera. Invenzione Colombo. -
Mogano franchi : 2300 - Paliss. franchi : 2700
2 - Modello di concerto. - Mogano franchi : 1500 - Paliss. franchi :
1700
3 - Modello ordinario. Sistema viennese. - Mogano franchi : 1230 -
Paliss. franchi : 1400
4 - Breve coda. Ottave 7. Lunghezza metri 1, centimetri 80. - Mogano
franchi : 700 - Paliss. franchi : 800
5 - Modello piccolissimo. Ottave 2 3/4 Code sotto la tavola armonica. -
Mogano franchi : 600 - Paliss. franchi : 680
Verticali a corde oblique
6 - Modello grande. Ottave 7. Lastrone intiero, 4 spranghe. Forma
elegante. - Mogano franchi : 900 - Paliss. franchi : 1000
Verticali a corde dritte
7 - A due e tre corde. Ottave 6 3/4. Forma semplice. - Mogano franchi :
750 - Paliss. franchi : 700."
L'Italia musicale: giornale dei teatri, di letteratura, belle arti e
varietà, 20/06/1857, p. 184
VENEZIA -
"CAMPLOY GIUSEPPE di Venezia.
La vernice del Sig. Camploy per gli strumenti musicali non è soltanto
superficiale, ma entra, dove più dove meno, pei pori del legno; in
qualche luogo ne attraversa anche tutta la grossezza, e lo rende
consistente dove prima era cedevole; e però, soccorrendo alla
ineguaglianza di tessitura del legno, fa che la cassa degli strumenti a
corde si metta prontamente all'unissono nel suo complesso con le corde
stesse, in tutti i loro tuoni, e comunichi spedite le vibrazioni alla
massa d'aria che vi è contenuta.
Il Sig. Camploy ha offerta una piena prova di questi buoni effetti; e
l'I. R. Istituto lo rimerita colla menzione onorevole."
Atti dell'I.R. Istituto veneto di scienze, lettere
ed arti, 1856, p. 678 - e -
Collezione degli atti delle solenni distribuzioni
de'premj d'industria fatte ..., 1856, p. 284
MILANO -
"Vorrei che
al pubblico andasse a grado, quanto, nell'intendimento di essere sentito
ed incoraggiato vieppiù, vado lieto di qui annunziare.
Sono già scorsi
alcuni anni dacchè in unione a mio fratello Carlo attivai una fabbrica
di piano-forti in Vimercate.
Quantunque ognor privo delle materie le più
necessarie ond'essere certo di buon risultato, il desiderio di veder
fiorire tal arte anche nel nostro paese, diedemi coraggio a sorpassare
tanti altri ostacoli di contrarie prevenzioni, ostinati pregiudizi,
opposti interessi ed inveterate abitudini, e pervenni a produrre
istrumenti che poterono soddisfare.
Le numerose commissioni avute anche
per parte dell'estero, il giudizio pronunziato dall'istituto Lombardo di
Scienze, Lettere ed Arti su di un piano-forte verticale inviato
all'esposizione nel 1851, la medeglia d'argento con giudizio sospeso per
premio maggiore, concessami dall'Istituto medesimo nel 1855, la
commissione avuta nello stesso anno di quaranta piano forti pel sig.
Ettore Guimet, il lusinghiero giudizio ottenuto dai distinti signori
Angeleri, Langalli e Bianchi, che richiesi del loro parere su diversi
miei Strumenti, e finalmente l'incarico di costruire 100 piano-forti per
conto dell'intelligente ed onesto negoziante di tali istrumenti sig.
Giuseppe Camploy di Venezia, m'incoraggiarono e mi persuasero ad un
tempo dell'assoluta convenienza d'ampliarne l'impresa.
Per ottenere tale
intento invitai detto sig. Camplora convertire la sua commissione in una
regolare associazione, a cui egli bucn grado acconsentì riconoscendo
impresa dignitosa il tentativo di redimere la patria della musica da una
duna dipendenza.
Appena ottenuto sì efficace appoggio, volli visitare le
più distinte fabbriche straniere, provvedere all'origine le materie
occorrenti alla fabbricazione e procurarmi abili operai.
Talchè ritengo
di poter coscienziosamente assicurare chiunque altri mi onorasse di
commissione, che i prodotti della società Colombo-Camploy non
mancheranno di verun requisito, che garantir possa, colla economia degli
acquirenti, una parità di esito anche in confronto agli strumenti esteri
ai quali soli fino ad ora si è data una speciale deferenza sicchè di
essi tante volte si desiderasse, più il nome straniero che la bontà
reaie.
In pari tempo trovo anche di annunciare al pubblico una mia nuova
invenzione di Piano Forte Doppio, il quale offre ai pianisti vasto campo
per cavare a volontà la più grande espressione. Mi sia dunque lecito
sperare che fra poco ognuno dirà che anche in Italia si fanno
buoni e solidi piano-forti, e non si copia soltanto.
ANGELO
CESARE COLOMBO.
(1) Le fabbriche sono in Vimercato ed in Milano Contrada Santo Mattia,
alla Moneta N. 3134. Deposito in Venezia presso il sig. Camploy."
Scaramuccia giornale teatrale, 1856, p.
119
"In questa occasione avemmo l'incontro di ammirare un vostro concittadino,
il sig. Colombo, il quale va di giorno in giorno vieppiù ingrandendo la sua
fabbrica di pianoforti non solo, ma anche migliorandone la qualità, cosicchè
in breve speriamo d'essere liberati dall' oneroso tributo che paghiamo agli
stranieri.
Il Collegio delle Dame inglesi gentilmente offerse alla giovane
pianista un nuovo pianoforte acquistato dalla fabbrica Colombo e Camploy: la
sonorità, la robustezza, l'uguaglianza dei bassi cogli acuti, la simpatica e
pastosa voce, lo fecero, e giustamente, porre a livello dei migliori che
sieno esciti da straniere officine.
Speriamo adunque, anche a nostra gloria,
che il vostro bravo Colombo possa superare e vincere la bassa e sordaguerra
che gli vanno movendo gl' invidiosi ed i soliti nemici d'ogni miglioria e
progresso. La sarebbe pur ora che in Italia s' ammirassero pianoforti
italiani, tanto più quando sappiamo esservi artisti capaci di fabbricarli
non solo buoni, ma pur anche durevoli qualità che non sovente si trova nei
pianoforti esteri..."
Gazzetta musicale di Milano, 27/06/1858, p. 209-210
"MILANO
- "Camploy Giuseppe. - Fu composta
dal signor Giuseppe Camploy di Venezia una vernice da applicarsi alle
tavole armoniche; forse destinata a supplir quella che andò perduta nel
secolo passato. Scelti due pianoforti verticali del Colombo, poco
diversi fra loro per carattere e sonorità, si fece applicare la vernice
a quello dei due che generava suoni alquanto meno pieni e spiccati. Dopo
due giorni si è potuto verificare, che il piano, la cui tavola armonica
aveva ricevuto la vernice del Camploy, superava l'altro per voci più
voluminose e vibrate.
Questa vernice ha la
prerogativa di asciugarsi perfettamente, e ridursi a consistenza vitrea
in poche ore.
La sua azione non si
limita alla superficie, ma s'insinua fra le molecole interne del legno,
ne attraversa lo spessore, e lo indurisce equabilmente, rimediando forse
alle ineguaglianze della sua tessitura.
È poi indubitato che
siffatto intonaco sottrae perfettamente il legno all'influsso degli
agenti atmosferici.
L'Istituto, considerando che l'anzidetta
vernice può essere applicata cogli stessi vantaggi alle tavole armoniche
di tutti gli strumenti ad arco, non meno che alle canne di legno degli
organi da chiesa, ne rimerita l'inventore colla medaglia d'argento."
Atti del reale Istituto lombardo di scienze,
lettere ed arti, 1860, p. 366-
Vedi
COLOMBO
(°1848)
C AMPLOY
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Per i riferimenti,
vedere la pagina
Fabbricanti di
pianoforti C
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