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LACHIN
a Milano (°1846)

1846

"E chi non suona al giorno d'oggi? suonano vecchi e fanciulli, preti e soldati, studenti e stiratrici; e perfino gl'impiegati (che sono gli uomini meno lirici ch'io mi conosca) suonano il violino o il piano-forte.

Questo ultimo istrumento poi è diventato un arnese indispensabile per una famiglia. Si può fare a meno dell'aristocratica dormeuse, del prosaico sofà; ma del pianoforte non si può far senza. Non v'ha angolo remoto della meno armonica città dell'universo in cui non t'inseguano le sette note musicali, inesorabili, eterne. Vai a trovare un amico? egli ti presenta un suo fanciullo mostro (nel secolo XIX tutti i fanciulli son mostri) che a sette anni ti guasta i più bei motivi di Bellini e di Donizzetti.

Ma io ho a parlarvi d'un clavicembalo della casa Boisselot di Marsiglia. Non è molto tempo che la Gazzetta musicale di Milano celebrava gli sforzi di questi intelligenti fabricatori di pianoforti per avere ottenuto nei loro ultimi strumenti un perfezionamento importante nell'arte; quello cioè dei suoni sostenuti a piacimento.

Trattasi di lasciar vibrare a volontà del pianista ciascuna nota levandone separatamente il suo smorzatoio, mentre nei piano-forti comuni, tutti gli smorzatoi levandosi unitamente, le corde che si percuotono continuano a vibrare indistintamente. Con questo semplice meccanismo il canto in luogo di confondersi colle note che lo circondano, si fa sentir chiaro e distinto.

Il sig. Nicola Lachin, negoziante e fabricatore di piano-forti in Padova, allievo del distinto sig. abate Trentin, tiene un deposito abbondante di scelti clavicembali delle fabriche più celebrate di Vienna, e ne fa un abbondante commercio a prezzi moderatissimi.

Egli sempre più operoso ed innamorato delle recenti riforme e perfezionamenti, per cui le fabriche di Marsiglia si avvantaggiarono su quelle della Germania, si è messo in corrispondenza con la casa Boisselot, e già il primo strumento, non appena giunto alla sua officina, allogò sull' istante, ed altri ne aspetta fra poco che possono dirsi il compendio della perfezione sott'ogni rapporto.

Eleganza nella forma, lavoro finito con intarsii di ottone all'esterno, costruzione interna maravigliosa con rinforzi di ferro fuso; di facile maneggio, di sempre eguale registro, di suono forte e dilicato ad un tempo, armonioso nei soprani, pieno e vibrato nei bassi: ecco i pregi non pochi di questo nuovo modello della casa Boisselot, a cui si aggiunga il sistema dei suoni sostenuti a piacimento.

Sia lode pertanto al bravo ed intraprendente Lachin per averci fatto conoscere ed apprezzare così rilevanti modificazioni e miglioramenti della scuola francese che raggiunse finora il più alto grado di perfezionamento, da notarsi nella storia della fabricazione dei Piano-forti." Il Caffè Pedrocchi, 22/03/1846, p. 94


1847

"Ora fiorisce in Padova la rinomata fabbrica, sotto la ditta Trentin e Lachin. I nostri attuali fabbricatori sono Gio. Hug s. Apollinare, Giacomo Fiori sulle fondamente nuove, calle del trasporto, Luigi Hoffer, a s. Gio. Grisostomo; e Donadi Ermenegildo in calle del forno a castello." Manuale ad uso del forestiere in Venezia, Gian Jacopo Fontana, 1847, p. 229


1850

"Altri però vi sono oppositori sinceri e candidi, fra i quali dobbiam nominare principalmente l'Annotatore friulano citato nella Gazzetta ufficiale di Venezia. La quale dopo avere ai 24 Marzo 1855 N. 69 accennato con lode al Violicembalo del P. Taparelli, inserisce imparzialmente nel n. 82 (10 Aprile) una rettificazione dell'Annotatore friulano : secondo il quale « questo istrumento fu inventato, 30 anni sono, dall' Abate Gregorio Trentin padovano, il primo che abbia posto in onore i pianoforti italiani, istitutore e maestro di Nicolò Lachin, attuale fabbricatore rinomato di Pianoforti in Padova, che ottenne gli onori degli elogi del Pianista Thalberg, e fu premiato con medaglia d'oro dall' 1. R. Istituto in Venezia.

L' Editore del giornale L'Armonia può trattare questo istrumen<< to esistente nel negozio Lachin in Padova, pel quale suonando 30pra una tastiera da forte piano n' escono i suoni di Viola e di Violoncello. È singolare la coincidenza così dell'istrumento come del nome, împerocchè anche l'ab. Trentin lo fregiò di quello di Violicembalo.»" La Civiltà cattolica, 1850, p. 483-494

"Nè lascierai di visitare la fabrica premiata di piano-forti di Nicolò Lachin in Via Selciato del Santo; nel quale artista riscontrerai l'arte coltivata con vera passione, per cui non gli riesce difficile di emulare i migliori fabricatori di Germania, accostandosi i suoi pianoforti, nel pregio e nella qualità, ai migliori che vengono di Francia; adoperando nel costruirli materie nostrali, se ne togli i feltri e le corde, che riceve d'Inghilterra, al paro de' fabricatori di Parigi, di Marsiglia e dell'austriaca Vienna." Nuova guida di Padova e suoi dintorni ... con disegni di Marco Moro, Alessandro De-Marchi, 1850, p. 186 & Nuova guida di Padova e suoi dintorni con disegni di Marco Moro. - Padova, 1855, p. 186


1852

"NICOLO' LACHIN di Padova.

Il sig. Nicolò Lachin fu alunno del celebre Gregorio Trentin, che fra noi fu il conservatore, o meglio il riproduttore di tutti quei miglioramenti che nell'arte di fabbricare i Pianoforti erano stati fino al suo tempo ottenuti.

Oltre a questi miglioramenti altri se ne trovano nei Pianoforti fabbricati dal Pleyel, che tra i migliori della Francia devono certo essere annoverati, e si trovano pure in quelli ora costrutti dal nostro Lachin.

Il quale però non istette contento a soltanto emulare allo straniero, e speciali perfezionamenti introdusse nelle parti accessorie ma importanti di questo istrumento, che serve sì bene a dirigere e ad avvalorare i suoni della voce umana, e reca tanto diletto e presta tanti soccorsi e ai maestri per comporre, e ai discepoli per apprendere.

Poichè egli migliorò la impernatura e la forcellina dei martelletti, e i capotasti delle corde acute, e assottigliò nella parte anteriore la ossatura del Pianoforte, aumentando così notabilmente la forza del suono.

Questi mutamenti operò pure il Lachin nei suoi Pianoforti ad uso di Vienna, per cui la officina sua può colle più reputate officine della Capitale gareggiare onorevolmente. Per dare un sicuro fondamento al giudizio che doveasi pronunciare si fece che i Pianoforti lachiniani venissero al cimento con quelli del Pleyel di Parigi, e l'esito dell'ardua prova fu ad essi favorevole.

Giacchè trascorrendo dalle note più gravi alle più acute si trovano in ambi gli strumenti gli stessi pregi; e se pure una differenza notossi, chè tra due opere umane un' assoluta eguaglianza non può trovarsi, si dee dire che se il tenore della voce dei Pianoforti del Pleyel non può essere nella dolcezza superato, i suoni lachiniani emergono più vivi e più spiccati, e la tastiera di quello strumento, sperimentata coll'opera di espertissimo suonatore, fu altamente encomiata e per la sua mobilità, e per quella prontezza di rispondere al tocco che rende perfetta la esecuzione delle note ribattute.

Un altro valido fondamento al giudizio dell'Istituto fu la testimonianza del celeberrimo suonatore cavaliere di Thalberg, il quale in una sua lettera espresse al sig. Lachin la propria ammirazione, e dichiarò che il Pianoforte da lui fabbricato alla foggia viennese è d'un merito eguale se non maggiore, e che quello fabbricato sul modello del Pleyel nulla lascia a desiderare, o si guardi alla bontà intrinseca dello strumento, od alla finezza ed alla eleganza delle singole parti.

Ed è questa tale testimonianza che ogni altra nostra parola renderebbe inutile, se non fosse d'uopo soggiungere, che il prezzo dei Pianoforti del Lachin a confronto di quello dei Pianoforti di Pleyel, offre un risparmio che, a seconda dei casi, varia e si estende dalle Aust. L. 1120, alle 1740; onde e per la eccellenza a cui giunse il Lachin nell'arte sua, e pel vantaggio dei prezzi, e per aver si può dire aggiunto un nuovo ramo all' industria nostrale, l'I. R. Istituto lo fregiò della prima corona." Atti delle Adunanze, 1852-53, p. 27-29 & Collezione degli atti delle solenni distribuzioni de' premi d ..., Volume 8, 1858, p. 81-83


1855

"Altri però vi sono oppositori sinceri e candidi, fra i quali dobbiam nominare principalmente l'Annotatore friulano citato nella Gazzetta ufficiale di Venezia. La quale dopo avere ai 24 Marzo 1855 N. 69 accennato con lode al Violicembalo del P. Taparelli, inserisce imparzialmente nel n. 82 (10 Aprile) una rettificazione dell'Annotatore friulano: secondo il quale questo istrumento fu inventato, 30 anni sono, dall'Abate Gregorio Trentin padovano, il primo che abbia posto in onore i pianoforti italiani, istitutore e maestro di Nicolò Lachin, attuale fabbricatore rinomato di Pianoforti in Padova, che ottenne gli onori degli elogi del Pianista Thalberg, e fu premiato con medaglia d'oro dall'1. R. Istituto in Venezia.

L'Editore del giornale L'Armonia può trattare questo istrumento esistente nel negozio Lachin in Padova, nel quale suonando sopra una tastiera da forte piano n'escono i suoni di Viola e di Violoncello. È singolare la coincidenza cosi dell'istrumento come del nome, imperocché anche l'ab. Trentin lo fregiò di quello di Violicembalo. [...]" La Civiltà cattolica, 1855, p. 493


1856

"In Padova venne pure da Carlo Lachin costruito un piano-forte, replicatamente premiato della medaglia d'oro, strumento che un giudice dei più competenti al mondo, Thalberg, dopo di averlo provato, ebbe a dichiarare eguale, se non anche superiore, a quelli della fabbrica Erard e Pleyel di Parigi." Regolatore amministrativo: monitore teorico-pratico d'amministrazione ..., 1856, p. 725


1858

"L'Italia Musicale descrivendoci la bella esposizione permanente di piano-forti che il sig. Ducci apprestava da breve tempo in Firenze, dopo aver commendati molti nomi di fabbricatori francesi e tedeschi, cosi parla di noi :

« E l'Italia?.... Anche l'Italia vi fa bellissima mostra in questa esposizione : perocchè la fabbrica Lachin di Padova vi ha mandato alcuni piano-forti di una bontà superlativa, i quali, a detta degli intelligenti, non hanno nulla da invidiare ai Pleyel ed ai Bösendorfer di primissima qualità. Bravissimo signor Lachin! abbiatevi le nostre sincere congratulazioni e quelle di tutti gli zelanti il decoro del paese, poichè egli è appunto in grazia vostra se l'Italia (ad onta dell'assoluta deficienza d'ogni e qualunque incoraggiamento) non è rimasta seconda alle altre nazioni neppure in questo ramo importantissimo d'arte e d'industria. »

Altri giornali, come l'Armonia ed il Buon Gusto, tributarono i meritati encomj al bravo nostro Lachin, nè noi potevamo passare sotto silenzio questi suoi nuovi trionfi mentre più che a vanto cittadino riesce l'eccellente sua fabbrica a nazionale decoro." Rivista Euganea: giornale di scienze, lettere ed arti, 17/06/1858, p. 231

"[Trentin] Riparatosi a Padova verso il 1830, rivolse le diligenti sue cure nel trovare il modo, che premendo un pedale ne risultasse l'ottava di ciascun suono raddoppiandola anche dalla metà della tastiera agli acuti; ma sebbene l'accademia veneta sospendesse il definitivo giudizio sul merito di tale innovazione non per anco del tutto sviluppata, si trovò peraltro in dovere di concedergli la medaglia d'argento per la squisita fattura de' suoi piani, e per i lodevoli sforzi da lui sostenuti nell'educazione di alcuni allievi che ne raggiungessero i nobili intendimenti (Fra questi giova ricordare il veneziano Nicolò Lachin già premiato dal veneto istituto, e dalla nostra società d'incoraggiamento, che ad onore del proprio maestro tiene in Padova una così distinta fabbrica di piani, che a parere dell'Italia musicale nulla hanno da invidiare ai Pleyel ed ai Bösendorfer di primissima qualità.)" Biografia degli artisti Padovani, Napoleone Pietrucci, 1858, p. 268 - Vedete l'articolo completo da TRENTIN Gregorio


1870

"FABBRICA LACHIN. - (Padova). LACHIN. - Pianoforti Il sig. Nicolò Lachin, fabbricatore di piano-forti, fu alunno del celebre Gregorio Trentin, che fra noi fu il conservatore, o meglio, il riproduttore di tutti quei miglioramenti che nell' arte di fabbricare i piano-forti erano stati fino al suo tempo ottenuti.

Il Lachin s' industrio di migliorare la impernatura e la forcellina dei martelletti e i capo-tasti delle corde acute, e di assottigliare nella parte anteriore la ossatura del pianoforte, aumentando cosi notabilmente la forza del suono.

I suoni di questi piano-forti riescono vivi e spiccati, e la tastiera fu lodata per la sua mobilità, e per quella prontezza di rispondere al tocco, che rende perfetta la esecuzione delle note ribattute. L' illustre Thalberg dichiard, che il piano-forte fabbricato dal Lachin alla foggia viennese è di un grandissimo merito, e che quello fabbricato sul modello del Pleyel nulla lascia a desiderare, e pella bontà intrinseca dello strumento, e per la finezza ed eleganza delle singole parti.

Il prezzo dei piano-forti del Lachin, a confronto di quello dei piano-forti del Pleyel, offre un risparmio che, a seconda dei casi, varia e si estende dalle austr. lire 968 alle 1504 (Alla esposizione di Padova nel 1869 piacquero due pianoforti esposti dal Lachin: in essi la tastiera constava di sette ottave complete: nell' uno, in cui la tavola armonica era armata di quattro spranghe di ferro, il meccanismo della tastiera e degli smorzatori fu seguito il metodo delle grandi fabbriche di Parigi; nell'altro, a tre spranghe, quello delle fabbriche di Vienna. Il timbro era perfetto e i suoni dolcissimi.)" Storia e statistica delle industrie venete e accenni al loro avvenire, Alberto Errera, 1870, p. 648-619


1876

"Distintissimo per la fabbricazione dei Pianoforti a coda, genere Pleyel, è Niccola Lachin di Padova, è un peccato che questo bravo artefice non abbia spinto la sua fabbricazione su vasta scala, chè l'esito era certo.

Attualmente mi si dice che fabbrichi ancora dei verticali che, usciti dalle sue mani, non possono essere che eccellenti." Pianoforte, sua origine e sviluppo, e rassegna dell ..., Cesare Ponsicchi, 1876, p. 55

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Fabbricanti di pianoforti 1700-1849


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