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COLOMBO Angiolo Cesare
a Milano (°1846)
LONDRA - "Pianoforte verticale, della fabbrica dei Fratelli Colombo in Vimercate." Atti della distribuzione de' premj d'industria, Volume 15, 1851
MILANO - "Il signor Angelo Colombo di Vimercate, educato in una delle più rinomate officine di Francia, e lodatissimo nel 1851 per un cembalo verticale a cui l'Istituto non potè conferire alcun premio perchè venne presentato troppo tardi, espose quest'anno un cembalo a coda con intelajatura metallica, sul quale l'Istituto credette di dover tenere sospeso il giudizio aspettando che il tempo confermi l'utilità di tale modificazione." Giornale ... e Biblioteca italiana, Istituto lombardo di scienze e lettere, 1853
MILANO -
"Il sig. Angelo Colombo tentò la costruzione di un piano forte con
intelojatura in ferro, che non venne peranco premiato sino a che non se
ne conosca la buona riuscita." Expo Milano
Annali
universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia ...,
1853
1855
PARIGI -
"Colombo Angelo Cesare e Giuseppe Camploy.
Da quell'epoca in poi, la di lui officina ebbe un' ampliazione
significante: il numero degli operai vi fu raddoppiato e tale fu la sua
attività, da produrre più di due piano-forli alla settimana. Il Colombo
si è unito in società con la Ditta Camploy di Venezia, il quale oltre a
vistosi capitali, somministra ad essa anche una vernice di propria
invenzione, alta a rendere le tavole armoniche assai risuonanti e meno
soggette alle influenze atmosferiche.
La nostra Guzzetta Ufficiale di giovedì, 18. corrente, contiene in
proposito un ben elaborato articolo del professore Magrini, del quale
riportiamo volontieri i brani seguenti, affichè i nostri lettori possano
formarsi un' idea della qualità e del merito dei predetti istrumenti,
nonchè delle prerogative singolari della vernice inventata dal signor
Camploy,della quale abbiam toccato più sopra.
Soltanto nel suo ritorno la vibrazione si effettua contro l'aria
appoggiata alla tavola. Ora, chi non vede che la forza impellente ha già
perduto in questo ritorno molta parte della intensità primitiva, e i
tremiti molecolari della tavola (dai quali dipende assaissimo la
sonorità), devono perciò ricevere minore vibratezza di quella che
effettivamente acquistano nel modello del Colombo, ove la percossa si
opera appunto, come nei cembali verticali, contro la tavola medesima?
La detta vernice che nell' anuo 1856 ottenne premio dall' I. R. Istituto
Veneto, sembra anzi destinata a supplire quella che andò perduta nel
secolo passato.
Acquista in breve una durezza cristallina, e tanta aderenza alla tavola,
da non poterla levare se non coll' acciajo o col vetro taglienti. È
singolare che nell'atto di raschiarla s' incontri la stessa difficoltà,
si senta lo stesso odore come quando si opera sui violini antichi.
La sua azione non è soltanto superficiale, ma entra pei pori del legno,
ne attraversa anche la grossezza e lo indurisce equabilmente.
Soccorrendo così alle ineguaglianze di tessitura del legno, mette la
cassa degli istrumenti a corde in condizione di assumere nel suo
complesso con maggiore speditezza ed energia lo stesso loro ordine di
vibrazioni, e comunicarlo per moti simpatici alla massa d'aria che vi è
contenuta.
I violini ch' ebbero la cassa spalmata di questa vernice, si distinguono
dagli altri di uguale fattura per maggior forza, e sonorità più nutrita;
vantaggi che si estendono anche alle canne di legno degli organi.
Molti suonatori che per varie stagioni usarono in orchestra di tali
strumenti, assicurano che, ad onta dell' atmosfera talvolta
eccessivamente calda e sempre vaporosa del teatro, gli strumenti
verniciati da Camploy danno voci della stessa vigoria cosi nella prima
come nell'ultima arcata, mentre anche i vecchi violini, al termine dello
spettacolo, si sentono infiacchiti per colpa della umidità assorbita.
PIANO-FORTI A CODA. Sistema francese.
1 - Piano-forte doppio con una sola tastiera. Invenzione Colombo. -
Mogano franchi : 2300 - Paliss. franchi : 2700
Verticali a corde oblique
6 - Modello grande. Ottave 7. Lastrone intiero, 4 spranghe. Forma
elegante. - Mogano franchi : 900 - Paliss. franchi : 1000
Verticali a corde dritte
7 - A due e tre corde. Ottave 6 3/4. Forma semplice. - Mogano franchi :
750 - Paliss. franchi : 700."
L'Italia musicale: giornale dei teatri, di letteratura, belle arti e
varietà, 20/06/1857, p. 184
1856
MILANO -
"Colombo
Angelo, in Milano, Corsia del Duomo N. 1023. — Angelo Colombo, fabbricatore
di piano-forti a Vimercate, fino dal 1851 si era fatto conoscere
favorevolmente colla esposizione di un cembalo verticale che veniva
commendato per la dolcezza ed eguaglianza delle voci.
In seguito, dedicatosi
alla costruzione dei cembali a coda collo speciale intendimento di
provvedere alla loro durevolezza, ne presentava al concorso del 1853 uno
esternamente intelajato di ferro.
L'Istituto, per le ragioni addotte dalla
Giunta, stimò prudente tenere sospeso il giudizio sui buoni effetti di
questa intelajatura, aspettandone dal tempo la conferma.
Nell'attuale
concorso il Colombo si presenta di nuovo con due piano-forti a breve coda e con un altro verticale, i quali, sebbene lascino desiderare maggiore purezza
nelle voci più acute e maggiore rotondità nelle più gravi, pure sono
lodevoli per sonorità, morbidezza ed uguaglianza delle altre voci intermedie.
Essendosi inoltre dalla Giunta accertato che i piano-forti del Colombo, in
generale, godono fama di molta solidità e la prerogativa di mantenere a
lungo 1'accordatura, e risultando eziandio dagli atti che riputati
negozianti diedero all'artefice importanti commissioni, l'Istituto
aggiudicò al Colombo la medaglia d'argento, con riserva del maggior premio
quando riesca a stabilire su ampia scala la sua manifattura e perfezionarla,
facendovi sparire le suindicate mende."
Giornale
dell'I. R. istituto lombardo di scienze, lettere ed arti,
Volume 8, 1856, p. 130
1857
MILANO -
"Colombo Angelo Cesare. - L'aver
quest' Istituto fin dal 1834 col premio maggiore chiamata l'attenzione del
pubblico e la fiducia dei capitalisti sopra Giuseppe Cattaneo, per gli
sforzi fatti d'introdur qui la fabbricazione di pianoforti, soccorse certo
ad emanciparci in parte da un gravoso tributo all'industria estera, e a fare
ch'egli creasse buoni allievi in Ambrogio Riva, Luigi Stucchi, Angelo
Colombo, tutti da quest' Istituto eccitati, con differenti premj, ad un'utile
emulazione.
Al Colombo specialmente, nell'anteriore concorso, fu conceduta
la medaglia d'argento, con aspettanza migliore quando ampliasse lo
stabilimento mercè le crescenti domande.
Questa condizione si
avverò, in modo che il suo lavoriero in Milano e a Vimercate, sussidiato
dalla società formata col signor Camploy negoziante a Venezia di
pianoforti, produce istrumenti, che si trovan non inferiori ai
forestieri, per pastosità delle voci medie, pienezza e rotondità delle
gravi, mentre assai minore n'è il prezzo.
Perciò gli si concede la
medaglia d'oro."
Giornale dell'I. R. istituto lombardo di scienze,
lettere ed arti, Volume 9, 1857, p. 335 - Vedete
CAMPLOY
COLOMBO ANGELO CESARE.
MILANO -
"Col fermo proposito di rialzare la nostra manifattura dei pianoforti,
il signor Cesare Colombo disponevasi a qualunque sacrifizio di tempo e
di danaro, e costruiva nell'ultimo decennio parecchi strumenti, di
modello differente, allo scopo d'impadronirsi dell'arte sua prediletta,
e riconoscerne le risorse, che nessun manuale d'istruzione può certo
disvelare.
Nei concorsi degli anni 1851-55-55 presentava lavori, che gli
procacciarono infatti molta lode, e il secondo premio, tanto per le
ottime qualità fondamentali de' suoi strumenti, quanto pel modicoloro
prezzo.
Nel 1857 otteneva infine la medaglia d'oro, essendo stato riconosciuto
(dietro confronti coi pianoforti delle più rinomate fabbriche estere,
confronti ripetutamente istituiti coll'intervento dei professori del
nostro Conservatorio di musica, e di altre notabilità artistiche):
1. che i piani verticali del Colombo, sia per la venustà della forma e
la diligenza del lavoro, sia pe' loro suoni pieni e spiccati, reggevano
al confronto con quelli di Pleyel;
2. che i piani a coda da lui fabbricati sul sistema francese, per forza
e pastosità di voci, non meno che per finitezza ed eleganza di lavoro,
meritavano di prender posto dopo quelli di Erard. Ottenuti questi
splendidi successi, pareva che il signor Colombo dovesse tranquillamente
procedere nell'esercizio della sua fabbricazione, e non lasciarsi
dominare dal desiderio di altre riforme.
Ma il nostro artefice ha l'animo così temprato alla perfettibilità, da
non potersi sottrarre all'azione di quella forza acceleratrice, che lo
sprona sempre alle novità ed ai progressivi miglioramenti. Non si tratta
questa volta d'imitare la fabbricazione estera; si tratta di emularla,
e, sotto certi rapporti, vincerla fors'anco; proposito invero assai
ardimentoso, quando si consideri che gli studi del nostro manifattore
sono stati rivolti alla parte più delicata e malagevole, al meccanismo
dei martelletti.
Rinunziando all'ingegnosissimo, ma assai complicato e costoso sistema di
Erard, facile altresì a sconcertarsi coll'uso poco moderato e frequente;
rinunziando eziandio alla meccanica usuale francese e a quella di
Vienna, che peccano entrambe di esuberanza nella percossa del martello,
a scapito dello strumento; il signor Colombo ha reso nei piani a coda il
martello indipendente dal tasto, col dividere in due parti il suo lungo
braccio di leva, e formarvi una specie di articolazione, che fa battere
il martello su tutte le tre corde a un tempo, qualunque sia il modo con
cui il tasto viene toccato.
Resta perciò divisa la potenza del tasto viennese fra i bracci di due
leve, l'estremità dell'una appoggiandosi su quella dell'altra, e il
tasto potendo scendere ad una media e giusta profondità.
Con questo semplice meccanismo, in cui si evita lo sfregamento tra panno
e metallo in parecchi punti, e sopratutto nel perno del martello, è
agevole di ottenere il pianissimo senza l'uso del registro (che guasta
sempre lo strumento); l'azione poi del dito si trasmette con tale
prontezza, da rendere possibile una esecuzione spiccata e leggiera di
qualsivoglia passo di agilità.
Notabili miglioramenti introdusse il Colombo anche nella fabbricazione
dei piani verticali a corde incrociate, disponendole in modo che le
basse passino sopra le medie e le acute, senza poggiare il somiero sulla
tavola armonica, e isolando anzi il lastrone metallico col farlo passare
a cavalcioni della stessa tavola, che dalle corde de' suoni acuti si
prolunga sino a quelle dei bassi. Resa così libera la tavola armonica in
tutta la sua ampiezza, può rispondere efficacemente ad ogni ordine di
vibrazioni, e dar più vigore alla risonanza.
Il nostro artefice si studiò di migliorare eziandio il sistema degli
smorzatori, che nei piani verticali estinguono assai imperfettamente le
vibrazioni delle corde, e vi è riuscito appoggiando lo smorzatore, non
sulla leva più delicata della meccanica, come d'ordinario si pratica, ma
direttamente sul tasto, ed applicando il congegno che porta la stoffa,
in maniera di rendere la corda repentinamente muta.
1861
Piano-forte verticale. Strumento meritevole delle stesse lodi,
quantunque di qualità un poco più scadente. Vi si nota una smorziera di
nuovo modello."
Consiglio
dei giurati: Cenno sommario dui giudizi emessi dalla commissione
...,
1861 - e -
La esposizione italiana del 1861 giornale con 190
incisioni e con gli atti ..., 1861, p. 269
FIRENZE - Uno è un
piano-forte avente il piano armonico inclinato dall'indietro all'innanzi.
Il lato tergale della cassa può aprirsi a piacere con un pedale per dar
luogo a maggiore espansione di sonorità. Questo
strumento è sembrato alla Sezione invero eccellente, notevole per buona
costruzione e buonissima voce, tanto da stare a pari con un buon piano-forte
a coda. L'altro piano-forte, avente il piano armonico verticale ed una
smorziera indipendente dai tasti e di nuovo modello, quantunque nel resto
analogo al primo, e comecché pur sempre buono, è sembrato di merito alquanto
inferiore.
Oltre l'elogio che meritano i piano-forti di questo fabbricante, grandissima
lode merita esso personalmente, perchè in luogo di contentarsi come molti
fanno di copiare le opere altrui, ha studiato e studia con zelo illuminato e
costante per modificare il meccanismo e la costruzione, in modo che i suoi
prodotti abbiano la maggior perfezione ed un carattere di personale
originalità. Di qui l'impegno nell'immaginare nuove intelaiature di ferro
per conferire solidità allo strumento : di qui quello per trovare un
meccanismo semplice e ben regolato per l'alzata dei martelli; di qui quello
inteso ad ottenere che lo sforzo del1 armatura sia equabile in ogni sua
parte e che la tensione delle corde corrisponda in ogni parte alla loro
scalata grossezza, e così via discorrendo. Senza fermarsi a dissertare indagando in qual precisa
misura il Colombo abbia raggiunto finora il multiforme oggetto dei suoi
lodevoli studi, la Sezione lo crede per certo meritevolissimo del
conferimento della medaglia."
Esposizione
italiana tenuta in Firenze nel 1861, Volume 2, 1861 -
Gli strumenti musicali all'esposizione italiana del
1861 descrizione sommaria e motivi dei giudizii pronunziati dalla terza
Sezione della Classe 9. del Consiglio dei Giurati per L. F. Casamorata, 1862,
p. 15-16
MILANO - "La mostra di pianoforti del milanese Angelo Colombo ha la preminenza nella Esposizione, non soltanto per il numero e per la varietà degli strumenti, ma eziandìo per le qualità intrinseche di solidità e di bontà di voci. Il Colombo costruisce i suoi pianoforti col sistema francese che sagrifica alquanto l'effetto della sonorità della voce alla pastosità inalterabile del timbro, conosce e studia tutti i sistemi, e cerca pazientemente di riuscire a conquistare il meglio di ognuno. Con nobile ostinazione disinteressata, il Colombo ha esperimentato in fatto di costruzione di pianoforti lo sperimentabile, ed è molte volte riuscito a lodevoli risultati. Tali, per esempio, il pianoforte verticale a corde incrociate, e quello a piano inclinato che fanno parte della mostra attuale. Il pianoforte a corde incrociate è ora in gran voga, ed ha preso il nome di pianoforte americano, perchè all'esposizione di Parigi del 1867, Steivech [Steinway] di Nuova-York ne presentò uno che destò l'universale ammirazione. Il primo però a fabbricare pianoforti di questo genere fu il Colombo, il quale ne ha venduto fino dal 1859, e ne ha presentato uno nel 1861 all'Esposizione di Firenze. Il pianoforte a piano inclinato è una novità che mi pare destinata a divenire popolare. Con una lieve inclinazione della parte posteriore d'uno dei soliti pianoforti verticali si ottengono, senza guastare l'eleganza delle proporzioni e delle forme due vantaggi importanti – cioè la maggior lunghezza delle corde, e quindi in piccola mole un gran corpo di voce, e la posizione inclinata del martelli che battono non più orizzontalmente, ma obliquamente da sotto in sopra e ricadono pel peso proprio con una prontezza che nessun altro meccanismo può dare, il che contribuisce non poco alla limpidezza delle voci." Album dell'esposizione industriale italiana 1871 compilato dal prof. Ignazio ..., 1871, p. 158
MILANO - "Colombo Angelo, Milano - Per la squisitezza di costruzione dei suoi pianoforti e le importanti modifiche in essi introdotte." Album dell'esposizione industriale italiana 1871 compilato dal prof. Ignazio ..., 1871, p. 279
MILANO - "Ne vogliamo tacere del Colombo di Vimercate, i cui pianoforti sono eleganti, brillano per la chiarezza del suono e si prestano alla esecuzione di qualsiasi buona musica, grazie la precisione della meccanica, che non crediamo però di sua costruzione." Il teatro Illustrato, Il salone Pompejano espozione Nazionale del 1881, 10/1881, p. 7
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