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TACCANI
Francesco
a Milano
"Nuova costruzione di Cembalo a voci tenute imitante gli strumenti
d'arco. Questa foggia di cembalo però, ad onta anche dei miglioramenti che vi furono introdotti dal celebre Elli, macchinista milanese, va sottoposto a tre rilevanti difetti: l'uno che allo toccar simultaneo dell' arco sopra più di due corde, le sole estreme rendono un suono abbastanza forte; l'altro che sotto la variata compressione dei tasti alterasi pure il tuono della corda or più or meno stirata, ed il terzo infine che il sortire delle voci risulta lento così che impossibile diviene l'eseguirvi i componimenti musicali del genere allegro. Il desiderio di ottenere la costruzione di uno strumento che nel conservare il distintivo carattere di quello or nominato non ne presentasse le imperfezioni, mosse già da qualche tempo il signor Francesco Taccani milanese, dilettante di meccanica, ad intraprendere degli studi a questo fine diretti che vidde poi coronati da un soddisfacente risultamento nel premio della medaglia d'argento aggiudicatogli nel 1820 dall'I. R. Istituto di scienze, lettere ed arti per la costruzione di siffatto strumento riconosciutosi dotato della proprietà di rendere assai bene il tuono modulato e continuo degli strumenti d'arco. La causa delle imperfezioni del cembalo sumenzionato erasi dal signor Taccani ravvisata nell'abbassamento e nell'alzamento alterno cui si obbligano le corde affine di metterle a contatto coll'arco, mentre questo vien posto in moto orizzontalmente o sotto o sopra alle corde medesime. Partendo da tale considerazione ha egli quindi immaginato di costruire il suo strumento dietro un principio affatto diverso, tenendo cioè stabilmente fisse le corde come lo sono in tutti gli strumenti a corda, e costringendo l'arco orizzontale ad avvicinarvisi. Con questo importante cambiamento, che è il cardine fondamentale su cui s'aggira il meccanismo inventato dal detto signor Taccani, oltre ad essersi schivati gli accennati principali inconvenienti, si è conseguito il vantaggio di ridur capace lo strumento di mantenere più a lungo l'accordatura ed atto a rendere le voci in se stesse più uniformi e graduate.
La forma esterna dello strumento in discorso rappresentato prospettivamente nell'unita tavola n. 6, sig. 1, è quella di un tavolo quadrato avente il suo lato prossimamente uguale alla lunghezza della tastiera e l'altezza conforme a quella degli ordinari cembali. Esso è sostenuto in un lato dai due piedi A, B, e nell'altro da un paralellepipedo rettangolo EF avente il lato CD uguale a quello del tavolo, il lato FE eguale all'altezza dei piedi A, B, ed il lato DE della lunghezza necessaria a contenere il volano GIl di cui si parlerà in seguito. Nella faccia DLFE trovasi praticata la portina I che aperta sui due cardini a . ) lascia scorgere il detto volano GH Di fianco e nella parte estrema del paralellepipedo è collocato il pedale M che fisso sul pavimento lungo il lato zz si va abbassando e rialzando nel punto v, e serve ad imprimere il movimento nel volano. La superficie o piano superiore dello strumento è coperto da una tavola NO che si è posta nella figura contro la parete, la quale si fa scorrere all' indietro lungo il lato PQ allorquando si vuol suonare lo strumento stesso. Il lato OX della detta tavola corrisponde nella lunghezza a quella del lato PQ. La tavola RRSS snodata lungo la linea RR serve, alzata verticalmente, a chiudere la fronte della tastiera. Il sistema della detta tastiera per l'indole dello strumento e per l'additato principio sul quale è fondato il meccanismo, rimane legato a quello della posizione delle corde sulla tavola armonica. Affinchè dunque si possa più chiaro comprendere prima il modo con cui è costrutta la detta tastiera e poscia l'ufficio che dessa esercita sulle sottoposte corde ad eccitar il suono nello strumento mediante il combinato strisciamento dell'arco, convien inmaginarsela rialzata come si trova nella fig. 1, e come può infatto eseguirsi nello strumento per essere la tastiera collegata in un sol corpo XZVP ammovibile dal basso in alto sulla direzione XP.
Per tal guisa i singoli tasti riescono veduti nella detta figura 1 non dalla parte dove si toccano per suonare lo strumento, ma dalla parte rovesciata ossia da - quella che trovasi in aderenza alle corde disposte sul piano U, quando la tastiera è nella naturale sua posizione. Prendansi ora sott'occhio a sempre maggiore intelligenza le fig. 2 e 3, la prima delle quali rappresenta in iscala più grande la porzione di tastiera abcd (fig. 1), e la seconda la corrispondente sottoposta porzione del piano U ove sono collocate le corde. Ciascuno dei tasti tt', tt', tt veduti disotto (fig. 2) è munito all' estremità t' di una molla d'ottone posta a contatto, nella estremità medesima e per poco da esso discosta nell'altra parte r; questa molla fa l'effetto di ricondurre il tasto alla sua naturale posizione allorchè cessa la compressione prodotta dal dito di chi suona lo strumento sulla estremità t.
Coll'anzidetta compressione vien fatto abbassare ciascun tasto sopra
altrettante punte di ferro collocate alternativamente nei punti g, g, g,
g, le quali punte introdotte a vite nelle due fasce di legno ff, ff che
cingono la tastiera possono più o meno alzarsi secondo che maggiore o
minore si vuol che succeda l'abbassamento dei tasti ; circostanza che
risultando influente e da tenersi in computo riguardo al grado di
compressione che deve imprimersi dall'arco sulle corde in proporzione
dei loro tuoni diversi, domanda per conseguenza un tale artifizio. Desse sono composte di seta dietro le tracce di quelle inventate dal signor Locatelli, essendosi riconosciuto che sono più comode delle corde di minugia perchè nnantengono maggiormente l'accordatura e perchè sono di più lunga durata. Verso la metà di ogni tasto (fig. 2) sono attaccati i due cilindretti mm", nn' di metallo, sostenuti da un piccolo rialzo di legno immediatamente aderente al tasto e girevoli sopra se stessi per mezzo di due piccoli sostegni pure di metallo perforati. Ciascuna corda (fig. 3) è parimenti fiancheggiata da due cilindretti pp' qq' affatto simili ai menzionati. Nel luogo ove sono collocati i cilindretti sulla tastiera viene questa cinta a poca distanza dei detti cilindretti dai quattro archi a guisa di corda senza fine o, i, e, s, i quali corrispondono alle quattro file ossia ordini in cui sono disposti i cilindretti per la ragione che si esporrà in seguito. All' oggetto di comunicare ai suddetti archi ( che appariscono tracciati nella fig. 1 sull'intiera lunghezza della tastiera) il movimento intorno alla tastiera medesima, vengono questi ravvolti dalla parte XZ sopra quattro carrucole k, k, k, k, ciascuna girevole sopra se stessa, e dalla parte W si aggirano sopra un corpo cilindrico parimenti girevole sopra se stesso, situato internamente nello spazio e direzione PV. Per mantenere poi sempre tesi gli archi fra i detti punti di ravvolgimento anche al momento della compressione esercitata sugli archi dall'abbassamento dei tasti, sono dalla parte ol. II 8 delle dette carrucole, internamente praticate delle molle che spingono i sostegni delle carrucole medesime e tengono così obbligati gli archi ad una costante tensione. Tali archi sono composti espressamente di fettucce di seta e vengono poi leggiermente spalmati di così detta pece greca come gli archi di violino. Descritto per tal modo lo speciale meccanismo o sistema con cui si trovano composte e combinate le parti principali dello strumento, converrà ora dare un cenno sull'azione reciproca e simultanea delle parti medesime allorchè vuolsi eccitare il suono nello strumento. È quindi necessario d'immaginarsi attualmente il corpo della tastiera XZVP ripiegato e sovrapposto al piano delle corde U. L'uscita delle voci dallo strumento risulta e dal movimento continuato degli archi e dal contenporaneo loro strisciamento sopra ciascuna corda in particolare. Per ottenere il movimento degli archi serve appunto il già accennato volano GH Questi vien posto in rotazione col mezzo del descritto pedale M. Mediante poi una funicella senza fine che ravvolgesi intorno ad una ruota di legno situata nell'asse del volano, e che risalendo nel vuoto del paralellepipedo CF va ad abbracciare la carrucola a'b' di cui è munita l'estremità del corpo cilindrico esistente nello spazio FV, si produce la ruotazione dell'anzidetto corpo cilindrico, e quindi il movimento continuo degli archi tenuti tesi lungo la tastiera come è disopra indicato. Si nota che il taglio corrispondente al punto K e l'asta di metallo uscente dal medesimo sono destinati a mantenere costantemente tesa l' avvertita funicella. Lo strisciamento degli archi sopra le corde è prodotto dall' isolato abbassamento della porzione d'arco corrispondente a ciascuna corda, il quale abbassamento viene operato dalla compressione del tasto. Allo scopo di avere il detto parziale abbassamento d'arco servono i suddescritti cilindretti di cui è munito ciascun tasto e fiancheggiata ciascuna corda. La loro posizione è alsternata in guisa (fig. 2 e 3) che comprimendo a cagion d'esempio il tasto n. 2 i cilindretti attaccati al medesimo obbligano l'arco a toccare la corrispondente corda n. 2 colla sola sua porzione compresa fra i due cilindretti qq”, pp' attigui alle corde n. 1 e n. 3, i quali due cilindretti fanno perciò l'ufficio d'impedire che l'arco piegato dalla compressione del detto tasto n. 2 non tocchi le corde laterali n. 1 e n. 3. Lo stesso ragionamento si applica a tutti gli altri tasti, dal che deducesi di leggieri la conseguenza che per la natura del meccanismo, due soli archi basterebbero per tutto il sistema della tastiera. Siccome però dalla moltiplicata compressione esercitata sugli archi col suono contemporaneo di molte voci, ne deriverebbero delle difficoltà al sollecito loro movimento quando non fossero che due gli archi; e siccome d'altra parte le voci più acute dello strumento richieggono che l'arco sia spalmato di pece greca in modo diverso di quello non siano le voci basse, così si è introdotto il raddoppiamento dei detti archi, destinandone due per le voci basse e due per le voci acute come si scorge nella tastiera XZVP, fig. 1, ciò che ha di corrispondenza richiesto la già citata disposizione di quattro ordini di cilindretti nel modo rappresentato in dettaglio dalle fig. 2 e 3.
Questo strumento, al pregio caratteristico di rendere delle voci
continuate affatto simili a quelle degli strumenti d'arco, riunisce la
proprietà di essere assai docile al movimento dei tasti e pronto nel dar
le voci in guisa che oltre ai canoni ed alle fughe vi si possono
eseguire gli allegri, i presti ed i trilli di qualunque genere, e
finalmente di essere facile e spedito ad accordare per trovarsi ciascuna
corda posta direttamente sotto il rispettivo tasto.
Per i riferimenti,
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