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MALTARELLO Vincenzo
a Vicenza (°1852)
FIRENZE - "Maltarello Vincenzo, Vicenza. — Pianoforte a coda, e feltro per copritura dei martelli." Esposizione Italiana agraria, industriale e artistica tenuta in Firenze nel 1861, p. 188 (archive.org)
1867
PARIGI -
"Anche il signor Aimonino e i fratelli Marchisio di Torino, e il De Meglio di Napoli, vanno rammentati per pianoforti in cui si veggono de'lodevoli
tentativi per il loro perfezionamento; ma più di tutti il sig. Vincenzo
Lachin di Padova e il sig. Maltarello di Vicenza per i loro pianoforti a
coda, pregevolissimi per forza e dolcezza di suono."
L'Italia alla esposizione universale di Parigi nel
1867, rassegna critica,
1867, p. 348
PARIGI -
"Pianoforti
a coda. - [...]
Osserveremo solo nella sezione Italiana un pianoforte a coda costruito da
Maltarello di Vicenza, con cassa di poco gusto di colore grigio sporco; la
voce era buona ed anche buona la tastiera; ma lo strumento era abbandonato,
sporco e totalmente scordato, mentre ben curato avrebbe potuto fare buona
figura."
Il Pianoforte, guida pratica per costruttori,
accordatori, etc., Sievers, 1868, p.
222
PARIGI -
1868
VERONA - "
I piano-forti esposti
furono riconosciuti da periti nell' arle e confermati dalla pubblica
opinione di merili dislinti : tenulo calcolo, in ispecial modo, della
solidità e precisione delle tastiere, della buona costruzione del corpo
degli istrumenti, della nettezza ed eguaglianza dei suoni, visto che il
sig. MaLTARELLO eseguisce nella sua fabbrica senza ricorrere altrove
lutti i pezzi di cui gli istrumenti si compongono, visti alcuni
perfezionamenti da lui introdotti nella meccanica dei medesimi , avulo
riguardo all'importanza di tale industria , ed alla necessità di darle
un utile incoraggiamento, riconosciuto il vero talento del signor
MALTARELLO che oltre ai grandi progressi già fallivi è pegno sicuro di
maggiori nell'avvenire, gli venne decretata la suddetta premiazione.
Risalendo all'origine di
questa fabbrica non possiamo astenerci dall'accennare ai merili di
VixCENZO MALTARELLO gerente e principale azionista della Società, il
quale colla pertinacia di chi vuole fortemente, in onta a vicende e
famigliari e politiche, a distrelle econoniche, a difficoltà d'ogni
genere che ad ogni tratto gli si paravano dinnanzi, riuscì a far
progredire l'industria non solo, ma a fondare nelle nostre provincie una
fabbrica che fa onore al paese.
Ed a raggiungere tali
risultati, al MALTARELLO non facea difelto l'atlitudine meravigliosa
alle arti meccaniche che per tempo spiegava in Rovigo sua patria, ove
ignaro affallo nell'arte difficile che più tardi dovea illustrare,
ardimentoso s'accinse alla costruzione d'un piano-forte a coda sul
modello viennese, che alla mostra industriale del Polesine nel 1852 fu
giudicato degno di premio.
Animalo da tale successo
continuava nell'impresa coll'ardore il più indefesso avanzando
sensibilmente, in ispecial modo nelle meccaniche, cui trovò di modellare
sul sistema francese ed inglese, di gran lunga preferibile agli altri.
Aveva fabbricati circa 60
piani allorchè pensò trasferirsi a Vicenza, piazza ch'ei stimó migliore
e per essere quasi centro della Venezia e per trovar quivi più a portata
ed a minor costo la materia prima.
Tale trasferimento gli
tornò utile nel senso che i Vicentini, apprezzando in lui e il buon
volere e la capacità distinta, vollero fornirgli i mezzi onde potesse
dare nuovo sviluppo alla sua fabbrica.
Così nel maggio 1864 potè
costituire una Società in accomandita col capitale di L. 54,000 da cui
allinse quella forza che da solo gli sarebbe mancata, in un'impresa che
esige, oltre al capitale intellettuale, polenti mezzi economici.
Il MALTARELLO, già ben
avviato in questa industria, comprese che per assicurarsi lo smercio dei
suoi piani gli bisognava raggiungere lo scopo economico, condizione sine
qua non per il consumo d'ogni produzione.
A tal uopo, trovate le
meccaniche francesi costosissime e facili a sconcertarsi stante le loro
complicazioni, pensò di modificarle ed in pari tempo d'introdurvi alcune
innovazioni che per essere di un qualche rilievo è bene di parlarne.
L'uso di molti
fabbricatori di fissare la molla dello scappamento sul tasto, porta
l'inconveniente che l'azione dello scappamento stesso sul tasto riesce
irregolare, da cui l'ineguaglianza dei suoni.
A togliere lale
inconveniente il MALTARELLO pensò di modificare il ponte dello
scappamenlo (bascule) dandogli forma tale che abbia sempre un lato fisso
sul tasto, e l'altro da alzarsi ed abbassarsi ed in modo che se per
accidente o per l'uso si scompone il meccanismo, una vite a regolatore
mossa anche dal più inesperto, può rimellerlo in perfello ordine.
Questa innovazione del
MALTARELLO fu trovata utilissi. ma dal Giurì competente all'Esposizione
nazionale di Fi. renze nel 1861 ed a quelle di Parigi nel 1867.
Tolse ancora un altro
considerevole inconveniente che si nota particolarmente nei piani
ledeschi; vogliamo dire la poca solidilà del Somiere, per cui questo
coll'enorme tensione delle corde facilmente soffre un sensibile rialzo
nella parte anteriore, ritraendosi nel mezzo.
Ad ovviare a ciò il
MALTARELLO inventò una macchina, la quale applicala al somiere prima di
fissarvi le sbarre, lo fa retrocedere nel mezzo di circa 5 millimetri.
Armato successi. vamente delle spranghe di ferro e scaricata la
macchina, spranghe e somiere vanno a connettersi cosi perfettamente da
non permettere la più piccola cessione.
Modificò pure la tavola
armonica, isolandola quanto polé onde aumentare le vibrazioni.
Tale modificazione con
eccellenti risultati introdusse pure ne' piani verticali, alla cui
fabbricazione ora più che mai si abbandona per ragioni non tanto
artistiche quanto economiche, ed in falto per seguire il gusto dei
consumalori, à cui va sempre subordinata qualunque produzione.
Accennate le rilevanti
innovazioni che fanno del MALTARELLO un vero arlista, che non s'arresta
alla copia ma lavora col suo e progredisce; non possiamo esimerci dal
riferire le parole di elogio che il maestro cav. A. De Ferrari di Genova
lasciava, non ha guari, scritto all'indirizzo dal MALTARELLO :
«Sono ben contento di
poterle dire che ho trovati i suoi piani superiori alle rimanenti
fabbriche italiane ed a qualche estera accreditata.»
L'Esposizione industriale
di Venezia nel maggio 1868 e quella di Verona nell'oltobre dello stesso
anno gli valsero, la prima la medaglia d'argento e la seconda la
medaglia d'oro, e più che tutto un certo credilo che gli portò una
pioggia di commissioni, in modo che fabbricando due piani alla settimana
non può sopperire a lutle le ricerche.
La bontà intrinseca degli
istrumenti per la voce piena e simpatica, per l'eguaglianza della
tastiera in un collie leganza del mobile, più la modicità dei prezzi,
sono argomenti che giustificano abbastanza il credito ed il conseguente
sinercio ormai esteso oltre che a principali centri d'Italia, fuori del
regno a Trieste e Zara.
Per tutto questo aumento
di ricerche la Società convocatasi di recente deliberò di aumentare il
capitale onde allargare le proporzioni della fabbrica e darle maggior
incremento.
Cosi in breve una macchina
automatica darà molo ai torni ed alle seghe ed altri istrumenti per cosi
riuscire ad un risparmio di lavoro e di tempo nella costruzione delle
meccaniche.
Il numero degli operai,
che ora ascende a 30, verrà aumentato, più si fornirà la fabbrica di
copioso deposito di legnami di cui la provincia Vicentina non difetta e
per la qualità e per la varietà.
Un applauso sincero a
questi bravi espositori che accolsero entusiasticamente le proposte
dell'Accademia di Agricoltura Arti e Commercio, e vollero ridurre Verona
convegno di gente operosa. Un applauso ai fratelli trentini, che
affermarono un'altra volta i loro dirilli d'italiani, e l'affermarono
nel modo più solenne cogli alli, anzichè con parole.
Quanto si è detto lo fu
per affetto e con coscienza, ed alcuno non avrà molivo per chiamarsi
leso. Se talora fu necessaria qualche espressione di censura, ne fu
plausibile il tine, perchè si volle mostrare i difetti per correggerli,
per migliorare le nostre produzioni.
Dobbiamo una parola di
lode a tutti gli espositori, anco a quelli che non furono premiati,
perchè vollero coi loro prodolli render più bella questa festa del
lavoro; perchè compresero che dessa dev'essere non tanto gara a premi,
quanto fedele ritrallo delle condizioni industriali, dimostrazione della
nostra polenza, campo da cui si possono dedurre calcoli sicuri per
futuri progressi."
Memorie dell'Accademia d'agricoltura, commercio ed
arti di Verona, 1870, p. 181-185
1871
TRIESTE -
"Il signor Maltarello di
Vicenza ha esposto un solo pianoforte, ma quest'uno basta adarciun'idea
della bontà dei prodotti della sua fabbrica, che fiorisce in Vicenza per
opera d'una società d'azionisti.
È un pianoforte verticale di grande
formato, a corde incrociate, di foggia assai elegante, e che si
distingue specialmente per un timbro delicatissimo di voci; non ha che
un sol diffetto, ed è la troppa i sensibilità della tastiera, che sfugge
per così dire sotto, le dita."
Album dell'esposizione industriale italiana 1871
compilato dal prof. Ignazio ..., 1871, p. 158
La fabbrica Maltarello e
Comp. ha esposto due Pianini, uno grande, e l'altro di minor
proporzione. La loro costruzione, il timbro della voce bella e sonora,
specialmente di quello maggiore a corde incrociate secondo il sistema
americano, sono qualità incontrastabili che li pongono in competenza coi
migliori prodotti della Germania, col vantaggio di più della modicità
del prezzo. [...]"
Giornale ufficiale della esposizione Triestina del 1871, 01/10/1871,
p. 17
1881
MILANO - "Anche
il Maltarello di Vicenza espose delle meccaniche di sua fabbricazione, e
sappiamo pure di altri stabilimenti che tentano e ritentano di far tutto
da sè soli: possiamo citare pel primo quello del Mola. [...]
I pianoforti
presentati dal Maltarello, di Vicenza, seguano un notevole progresso
rispetto a quelli ch'egli fabbricava anni addrietro, e continuando nella
via nella quale lo vediamo oggi incamminato egli potrà fra non molto,
elevarsi al grade dei migliori fabbricatori."
Il teatro Illustrato, Il salone Pompejano espozione Nazionale del 1881,
10/1881, p. 7
1882
AREZZO -
"Tornando all'elenco dei premiati,
ecco come vennero assegnate le Medaglie d'oro :
1888 BOLOGNA - "Inoltre vi sono buoni pianoforti Quandt di forte voce e di elegante aspetto, alcuni pianoforti del Mattarello di Vicenza con meccanismi di propria lavorazione; [...]" Gazzetta musicale di Milano, 07/10/1888, p. 372
BOLOGNA - "N. 68. Maltarello cav. Vincenzo. Vicenza. Tre pianoforti verticali, ed uno a mezza coda con corde incrociate." Catalogo ufficiale, Esposizione internazionale di musica, Bologna, 1888, p. 110
1889 PARIGI - "Nicolai, de Florence ; Aimonino, de Turin; et Maltarello.de Vicence. Ces maisons produisent des pianos assez bons et ont un mouvement commercial d'une certaine importance." Le Guide musical : revue internationale de la musique et de theâtres lyriques, Volume 28, 1889, p. 6
1894 MILANO - "Entriamo nel salone riservato ai pianoforti ed agli organi. Espongono pianoforti Daverio Giosuè, Sala Francesco e Figli, Norcini Angelo, Angelo Stangalini, Mola Giuseppe, Pellandi Ottina, F. Colombo, Brizzi e Nicolai, Roeseler Carlo, Perotti Carlo, Mattarello Vincenzo [sic], Daverio Luigi, Garatti e C. che espone oltre i pianoforti anche gli armonium, i Fratelli Pozzi coi pianoforti a manubrio, ecc." Guide del visitatore nelle esposizioni riunite del 1894 in Milano, 1894, p. 175
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