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FUMMO
Antonio
a Napoli (°1843)
1870
E questa con niente altro, che incarnargli lo strumento melodico sotto la
medesima virtù movente della tastiera, guidata dalla mano e mente del
sonatore: quasi nuova sirena incantatrice, arrendevole sempre a chi la sa
toccare.
Di poi il Fummo corse l'Italia e la Francia col suo pianomelodico, e dovunque
fu, eccitò incantevol diletto. In Torino il Re lo fregio dell'ordine
cavalleresco dei SS. Maurizio e Lazzaro, colla giunta del grado militare di
Colonnello e dell'onore della divisa, con altri titoli di minore importanza.
Intanto il pianoforte è in casa, e tuttavia manca il sonatore. Ecco una spesa
considerevole fatta, ed ora al bisogno non serve. E non sarebbe gran
sodisfazione ed agio, qualora si potesse avere dal pianoforte, come sta, il
suono di una contraddanza, di un valser, di una polca, da chicchessia, sol
che sapesse girare un manubrio ?
Tanto meditava il Fummo e tanto esegui. Voi, onorandissimi colleghi, non
udiste descrizioni, non vedeste disegni nè modelli, ma il pianoforte bello e
compiuto, in questa sala, sotto i vostri sguardi, aperto nelle sue viscere
al minuto esame di chi era vago d'internarsi nella tela di sua costruzione.
Era insomma un pianoforte verticale degli usuali, cui era congiunto un
cilindro nella cui superficie erano disposte un certo numero di sonate,
secondo l'uso ordinario, quante ne poteva ammettere lo spazio tra martellina
e martellina. Chi ne volesse di più, altri cilindri converrebbe avere.
Nel secondo, il cilindro, armato delle sue martelline, è allogato dietro alle
corde, le quali sono da quelle battute da quel lato; dove nell'opposto
esercitano il medesimo incarico quelle della tastiera. Quindi, nel primo, il
luogo che occupa il cilindro colle sue dipendenze è di sopra a tutto il
resto della macchina; nel secondo è dietro ed in basso.
Per la positura ed ordine delle parti annesse al cilindro primo, le martelline
si trovano per sito dinanzi alle corde ed ai bischeri, alle cui teste sono
esse avvolte con l'uno de' capi. Or quando accade doversi le corde
accordare, è necessità scostare lo impedimento, ed a questo uopo il cilindro
colle martelline ed i loro annessi, attaccati al cielo della cassa, si
riversano con esso indietro, e sgombrano il luogo, per rioccuparlo finito il
bisogno.
Per la qual cosa hannosi queste a tirarsi indietro quanto bisogna a lasciar
libero il passo a quelle, e ciò si conseguisce col girare alcun poco una
maniglia, che siede nel mezzo ed in alto, in fronte della cassa. La qual
maniglia è unita ad un proprio ordigno comunicante colle martelline della
tastiera.
L'altra esigenza è: nel pianoforte verticale le corde sono appiccate sopra
telaio fisso; la giunta del cilindro richiede che fosse mobile; perciocchè
in caso di rottura di corda, a rimetter la sana, non si poteva senza
rimuovere il telaio. Col cilindro situato dietro, le due esigenze sono
Ebbe di più a sè in proprio il potere a volontà rendere piano il suono, non
già coi mezzi usuali ne' pianoforti, bensi con uno nuovo e più razionale,
quanto semplice. E questo è dare all'uopo più breve corsa alla martellina
percotente.
Ed invero nelle condizioni come sono organizzate le martelline rispetto alle
corde da dover picchiare, quanto meno sono da loro lontane, tanto è minore
il momento percossivo con che le vanno a battere; onde il suono piano è più
debole nell'intensione, ma non meno preciso e chiaro del forte.
Comprendiamo bene che la vostra estimativa non è stata, per la brevità del
nostro dire, a sodisfazione nutrita; colpa della natura della cosa, e della
insufficienza delle nostre parole. Non pertanto, ricordando quanto Antonio
Fummo si è travagliato da dieci anni in qua intorno al pianoforte,
testimonii questo Istituto, e le genti di Italia, e di Francia, e suggellato
dall'esperienza, siccome mostrano i documenti autentici da esso Fummo
pubblicati per le stampe in un buon volume, incominciando dai Decreti Reali
(e noi taciamo di altre invenzioni riguardanti il flauto traverso, il
clarinetto, il sistro, ed altre fuori della rubrica musicale, delle quali
tutte il nostro Istituto fu consapevole e giudice); considerando tutto ciò,
chi potrebbe mettere in forse il sommo merito del Fummo nell'arte sua, o
balenare al riconoscerlo?
1871
1872
1875
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