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CALDERA & MONTÙ
a Cuneo & a Torino (°1840)

1867

PARIGI - "20. Caldera (Louis), et Monti [sic] (Louis) à Turin. - Piano fournissant des sons prolongés." Catalogue général: Exposition Universelle de 1867 à Paris, Volume 1, 1867, p. 126  - Vedete MONTÙ Ludovico.

PARIGI - "[...] Mais le piano italien sur lequel s'est porté l'attention du public et de la critique est le mélopiano, ou piano à sons prolongés, envoyé de Turin par MM. Caldera et Monti [sic] quelques jours seulement avant la fermeture de l'Exposition.

Je dirai plus loin, eu traçant rapidement l'historique du piano, mon opinion sur la nature du son du piano en général, et il en ressortira l'inutilité de chercher un mécanisme pour la prolongation de ses sons.

Néanmoins, et en tant qu'instrument d'exception, le mélopiano mérite les éloges dont il a été l'objet, plus encore certainement en raison de son ingénieuse mécanique et du fini de son exécution, que par ses résultats musicaux.

Le mécanisme de MM. Caldera et Monti consiste en un second jeu de petits marteaux qui se trouvent placés entre la table d'harmonie et les cordes. Un mécanisme comportant un mouvement de pendule l'ait marcher un petit cylindre auquel sont attachés ces petits marteaux, qui n'obéissent que lorsque l'exécutant a le doigt sur la touche.

C'est par la marche d'une pédale que l'on obtient ce prolongement qui résonne, pour toute oreille délicate, comme un trémolo extrêmement rapide.

C'est agréable un moment, mais bientôt fatigant et d'une sonorité factice. Le piano français de M. Gaidon, que nous mentionnons plus loin, donne à peu près le même résultat." La musique, les musiciencs, et les instruments de musique chez les ..., Jean Pierre Oscar Comettant, 1869, p. 657 -  Vedete GAIDON (°1820)

PARIGI - "Maison Caldera Louis et Monti Lodovico, Turin.

— Piano de nouvelle invention avec lequel on peut prolonger indéfiniment la vibration des cordes à l'imitation des instruments à vent." L'Italie économique, avec un aperçu des industries italiennes à l'Exposition ..., 1867

PARIGI - "Fabbricanti di pianoforti ce ne sono in più città d'Italia, come p. es. a Napoli, a Torino, a Vicenza, a Padova, a Firenze, ed è giusto il dire che sopra tutti vanno encomiali i melopiani nuovamente inventati dal sig. Caldera di Torino, mirabili per la proprietà di mantenere la nota, rinforzarla e attenuarla secondo la volontà del suonatore.

Al valente ed indefesso sig. Caldera auguriamo quella fortuna che non ebbe il fu Giuseppe Marzolo di Padova col suo organo che ripeteva il pezzo e lo scriveva automaticamente.

I maestri dicono che quando la musica la si conosce, si compone colla mente, e si scrive un motivo come si scrive un periodo sulla carta; ma ci concederanno che tante volte nel calore dell' improvvisare la sensazione prodotta dalla vibrazione d'una corda materiale, può dare origine a nuove associazioni di idee e di suoni, a nuove bellezze, che senza l'organo ripetitore sarebbero perdute." L'Italia alla esposizione universale di Parigi nel 1867, rassegna critica, 1867, p. 348

1868

TORINO - "Caldera Luigi di Cuneo. Inventore del Melopiano. Con questa invenzione il Caldera ha dato al Piano-forte una essenziale qualità di cui per sua natura mancava, la durata dei suoni. — Premio di I Classe distinta. — Medaglia d'argento del Ministero." Rivista contemporanea, Volume 54, 1868, p. 93

1871

TORINO - "Del resto questa industria, che si collega intimamente colla fabbricazione dei pianoforti e sembra fare con essa una cosa sola, non fiorirà tra noi se non allora che i pianoforti italiani saranno venuti in credito almeno in casa nostra; perchè la meccanica è lavoro paziente e minuzioso alla cui perfetta costruzione, meglio che l'opera d'un artefice intelligentissimo, gioverà, io credo, il concorso di più operai e la divisione del lavoro.

D'artefici buoni anche in questo ramo ne abbiamo parecchi, e la stessa Esposizione, oltre il Maltarello e il sig. Giovanni Berra, di Torino ci offre saggi di meccaniche del Beferal e del Perotti, il quale ultimo è specialmente lodevole per aver presentata una varietà di sistemi, tutti ugualmente pronti ed esatti, fra i quali quello che fu posto in opera e che funziona da gran tempo conservandosi inalterabile nel Melopiano Caldera Brossa di Torino.

Ho scritto il nome d'uno strumento a cui oramai si associa l'eco d'una riputazione crescente, e che forma l'oggetto dell'ammirazione di quanti visitano l'Esposizione.

È, come dice i nome, un pianoforte melodico, cioè un piano forte che permette di prolungare a volontà i suoni, ottenendo gli effetti d'uno strumento a fiato, il che è utile in special modo nelle frasi melodiche e nei passaggi armonici.

La novità di questo trovato, che non ha nulla che gli somigli, è tutta basata sullo stesso principio su cui è basato il suono del pianoforte ordinario, cioè la percussione delle corde, che avviene con appositi martelletti, attaccati alle estremità di laminette d'acciaio, che sono messi in movimento da un motore d'orologeria di speciale costruzione, e che continuano le loro vibrazioni rapidissime e eguali fin tanto che il suonatore tiene il tasto abbassato, cioè per tutto il valore della nota scritta.

È impossibile immaginare, da chi non l'ha udito, l'effetto soavissimo del suono così prodotto, suono che non ha alcuna somiglianza colla voce di strumenti noti, ma ricorda il tremolio lontano d'un violino o d'un violoncello.

Il motore si carica con una manovella, e si mette in azione al momento che si vuole per mezzo d'un pedale, colla cui pressione il suonatore può ottenere gli effetti dilicatissimi o i più sonori, e passare con un crescendo pieno d'effetto dal pianissimo al fortissimo.

Non mi perderò in grandi rittagli intorno alla mostra di organetti che trovo nell'Esposizione." Album dell'esposizione industriale italiana 1871 compilato dal prof. Ignazio ..., 1871, p. 159

TORINO - "Caldera Luigi di Cuneo. Inventore del Melopiano. Con questa invenzione il Caldera ha dato al Piano-forte una essenziale qualità di cui per sua natura mancava, la durata dei suoni. — Premio di I Classe distinta, in Medaglia d'argento del Ministero." Expo Torino, Rivista contemporanea, Volume 54, 1871

MILANO - "89. Caldera Brossa, Torino. Melo-piano." Guida ufficiale della Esposizione industriale italiana in Milano nel ..., 1871, p. 63

TORINO - "Prima di lasciare gli strumenti a tastiera ci corre l’obbligo di tenere parola del melopiano, nuovo istrumento inventato dal cav. Caldera e fabbricato nello speciale stabilimento del cav. Brossa in Torino, il quale istrumento, sebbene esposto tardi e fuori concorso, pure merita di essere in queste pagine registrato.

Il melopiano è un pianoforte a suoni prolungati come quelli di un armonio, di un organo, colla differenza che lo sono a volontà. dell’esecutore, eperciò ne nasce un misto di suoni brevi e suoni lunghi di effetto svariatissimo, piacevole e sorprendente.

Il melopiano è una delle scoperte più importanti nella meccanica musicale dell’epoca nostra; ed al Caldera ed al Brossa furono date lodi e dim0‘ strazioni in Parigi, in Londra, in Nuova York, in Torino, in Milano e dappertutto dove si è saputo apprezzare codesta lodevolissima invenzione." Relazione illustrata della esposizione campionaria fatta per cura della ..., 1871, p. 189-190

MILANO - "La esposizione delti istromonti musicali fu scarsa: pochi pianoforti di Milano e Torino e pochissimi violini e clarinetti; tra i primi notevolissimo il melopiano del Caldera di Torino, il quale ha trovato il modo di tenore lo note anche sul cembalo." La Provincia giornale degli interessi civili, economici, amministrativi dell'istria, 16/10/1871, p. 8

1873

VIENNA - "Caldera e Brossa di Torino, pel melopiano a coda orizzontale. [...] Il Caldera col suo melopiano risolve un problema importantissimo: quello di tenere la nota senza alterare il carattere del suono. Il melopiano del Caldera tiene le note senza nulla togliere al tocco brillante e risoluto del piano, ma sforzando la corda a mantenere la sua vibrazione sonora con maggiore o minor forza secondo la volontà di chi suona.

Il Caldera consacrò dieci anni di ricerche e di studio attorno a questo suo trovato e spese grosse somme, che gli furono fornite da capitalisti pieni di fede e di cuore." Gazzetta Musicale di Milano, 10/08/1873, p. 255

VIENNA - "Colla medaglia del Merito [...] Il sig. Caldera e Brossa di Torino, pel melopiano a coda orizzontale." L'Esposizione universale di Vienna del 1873 illustrata ..., 1873, p. 184

VIENNA - "Il vero problema da risolvere però, o quello di dare al suono del pianoforte la continuità senza alterarne il carattere.

E questo fece, sino a un grado di perfezione, se non ultimo, mirabile di certo, il signor Caldera di Torino col suo melopiano : strumento che tiene la nota senza toglier nulla al suono brillante del pianoforte : e la tiene, non già coll'aggiunta di un altro strumento, ma forzando la corda a mantenere la sua vibrazione sonora, con più o meno di forza e d'intensità, secondo il volere e il sentimento del suonatore.

Dalle ultime Esposizioni di Parigi, di Milano e di Torino, il signor Caldera, cercatore di perfezionamenti ingegnosissimo ed indefesso, fece del suo melopiano uno strumento per ogni rispetto compiuto : bello ed elegante per la forma e per ciò che spetta alla tastiera e al meccanismo, costrutto con una esemplare accuratezza.

Suonato come pianoforte, il melopiano ha una voce bellissima, omogenea, di uguale metallo cosi negli acuti, come nei bassi. Suonato col pedale che determina la continuità del suono, il suo effetto e meraviglioso e, quasi direbbesi, e commovente; giacche quello che s'ode e canto, e canto che, secondo l'abilità del suonatore, può essere ricco di delioatissime infiessioni, di accenti vivamente sentiti, di affetto e di passione.

E così segnatamente nel registro basso e nel baritonale, dove l' oscillazione del suono non e quasi avvertibile. [...]

Insieme ai signori Caldera ed Alessandroni, ebbero all'Esposizione di Vienna la Medaglia del merito: Giuseppe Mola di Torino, per pianoforti a corde incrociate e per un grande armomium: Giovanni De Meglio e Giacomo Sievres di Napoli per pianoforti a coda e verticali; Ambrogio Santucci di Verona [...]" L'Esposizione universale di Vienna del 1873 illustrata, 1873, p. 622

VIENNA - "A loro onore ed incoraggiamento rammenteremo i nomi degli espositori che presentarono pianoforti migliori e melopiani, essi furono il Siever ed il Da Meglio di Napoli, Caldera e Brossa di Torino, Alessandroni di Roma ed il Mola e l’Aymonino di Torino i quali conseguirono la medaglia del merito. II Fusella di Torino ed il Giuliano di Napoli conseguirono pure il diploma di merito pei loro pianoforti a cilindro." L'Economista, 20 giugno 1875, p. 748 (Bess Digital Archive)

VIENNA - "Caldera e Brossa (ditta) di Torino, esposero dei pianini, chiamati Melopiani, ossia pianoforti a voce prolungata.

Questo effetto (ottenuto mediante un meccanismo speciale, che comunicando un moto_oscillatorio a tanti piccoli martellini, fa sì che queste percuotano ripetutamente le corde allorche si tiene abbassato il tasto) alleta per poco, ma stanca ben presto, non essendo altro che un tremolo continuato.

Artisticamente questa invenzione non ha alcuna importenza, poichè essa scema il vigore del suono del pianoforte, senza potergli dare la continuità di quello dell'armonio.

Il Melopiano produce una ripetizione, ma non una prolungazione del suono.

I pianoforti presentati dalla Ditta Caldera e Brossa sono roba da dozzina, ma la sua invenzione è ingegnosa, ed ha dovuto costarle molto danaro e lavoro, ed è per essa soltanto che il Giuri le ha accordato la Medaglia del Merito." Relazioni dei Giurati italiani sulla Esposizione universale di Vienna del ..., Giuria per la Esposizione universale di Vienna, 1873, p. 59-60

VIENNA - "Caldera e Brossa, Torino. -- Melopiano a gran coda orizzontale - Melopiano di costruzione diversa. [3072.]" Atti ufficiali della esposizione universale di Vienna del 1873 catalogo, 1873, p. 150

VIENNA - "3. Caldera & Brossi in Turin. Das Melopiano desselben fand grossen Beifall, trägt aber nach meiner Ueberzeugung keine künstlerischen Momente in sich; denn der Ton ist weder gesund noch schön und hat nur den Vorzug der Sonderbarkeit.

Der Mechanismus, an einem sehr geringen italienischen Pianino und an einem englischen Flügel besserer Qualität angebracht, bestand darin, dass schnell zitternde Hämmerchen die Saiten in einem zarten tremulierenden Fortklingen erhielten.

Kleine Blechhämmerchen sind nämlich an einem runden Messingstabe angebracht; seine Uhrfedern bewirken, dass jene in ganz bedeutender Schnelligkeit beim Niederdruck der Taste auf die Saiten schlagen und die Vibration zu einer dauernden machen.

Dieser ganze Mechanismus hängt von einem Triebwerke ab, welches der Spieler durch ein Knieregister nach Belieben im Moment in Thätigkeit setzen oder zur Ruhe bringen und durch einen Pedaltritt mit allen Nüancierungen hinsichtlich der Stärke und Schwäche wirken lassen kann.

Das tremulierende Wesen des Tones hat unbedingt etwas Krankhaftes.

Der Spieler vermag durch Anwendung des Pedals Crescendo und Decrescendo hervorzubringen und bald durch kraftvolles Anwenden der Claviermechanik bald durch Verwerthung des besonderen Mechanismus für die Fortdauer des zitternden Tones Abwechselungen zu schaffen." Musikalische Instrumente, [Expo Vienne], Oscar Paul, 1874, p. 71-72

1889

PARIS - "4. CALDERA (Louis), à Turin. — Armonipiano Caldera, instrument de musique." Catalogue général officiel de l'exposition universelle de 1889, p. 17 (gallica.bnf.fr)

Per i riferimenti, vedere la pagina
Fabbricanti di pianoforti C
Fabbricanti di pianoforti 1700 - 1849


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