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SIEVERS Giacomo Fernando
a Napoli (°1835)

1839

NAPOLI - "[...] Ferdinando Sievers per suo pianoforte a percussione inversa [...] Aveva il sig. Pape in Parigi adattato sopra o sotto la cassa de'suoi pianoforti alcune sbarre di ferro, e ne otteneva effetti maravigliosi ; ma per cagione del loro peso, difficile rendevasi il trasporto dello strumento.

Il sig. Sievers, riparando a tale inconveniente, ha nel suo strumento riunito agli altri pregi quello della leggerezza. Or inqual modo migliorò egli il congegno di Pape?

Nelle connessioni laterali della tavola armonica e della cassa egli ha posto delle spranghe di ferro fuso del peso non più che rotola 36, diligentemente combinando la forza del legno con quella del ferro, e procacciando nell'interno della cassa tai vóti da renderne il suono perfettamente armonioso.

Ha egli inoltre situato i cartellini con metodo inverso dall'ordinario, disponendoli in guisa che percuotano dalla parte di sapra, e che, qualunque sia la forza che preme il tasto, il martello balla sempre la corda al medesimo punto; ond'è che mai non si alterano le proporzioni volute dalla teorica delle vibrazioni sonore, che stabilisce la lunghezza della corda, la sua doppiezza ed il punto dove debb'esser tocca per aversene il maggiore e più gradevole suono.

Questa percussione per altro de'martelletti da su in giù, a guisa d'un collo di cicogna, era nota sin dal tempo del defunto conte Stanhope, il quale adattolla al suo gran pianoforte a corde d'acciaio.

Fu poi abbandonata sino a che s'è veduta risorgere non è guari in Parigi, per le cure del mentovato artefice, che sommamente ne'migliorò la meccanica, perfezionata ora anche più dal nostro Sievers." Annali civili del Regno delle due Sicilie, 1839, p. 74-75

1840

NAPOLI - "Fabbrica di Piano-forti di Ferdinando Sievers, posta nella strada Nardones N.° 14.
- Piano-forte all'uso inglese, a sette ottave con pancone di legno maogano lineato, e con lamine di ferro fuso, per duc. 500.
- Piano-forte a tavolino, anche all'uso inglese, di sei ottave e mezzo, più due tasti, di legno tancino, per duc. 240.
- Piano-forte di costruzione tedesca a sette ottave, di maogano, per duc. 320.
- Piano-forte a tavolino, di maogano, pure all'uso tedesco, di sei ottave e mezzo e due tasti, per duc. 180." Elenco di saggi de' prodotti della industria napoletana presentati nella ..., 1840, p. 63

1842

NAPOLI - "Fabbrica di pianoforti di Ferdinando Sievers in via Nardones N.° 14 primo piano.

- Pianoforte di legno palissandro a 7 ottave, con meccanismo nuovo; colla cordiera sospesa e la spina traforata per le corde contro percussione per duc. 700.

- Pianoforte di legno di maogono lineato a 7 ottave, col meccanismo inglese, e con la cordiera sospesa, e la mezza spina traforata per duc. 500.

- Pianoforte di legno palissandro, di nuova costruzione, a mezza coda, di 6 ottave e mezzo e due tasti, col meccanismo inglese, e con la mezza spina traforata, e la cordiera sospesa per duc. 340." Elenco di saggi de prodotti della industria napolitana presentati nella ..., 1842, p. 41

NAPOLI - "Medaglio d'oro : A Ferdinando Sievers pel suo pianoforte a percussione inversa; Medaglio d'argento : A Ferdinando Sievers pe’ pianoforti a sette ottave.

A Ferdinando Sievers per la tastiera elastica de’ suoi pianoforti." Elenco di saggi de prodotti della industria napolitana presentati nella ..., 1842, p. 9 e 16

1844

NAPOLI - "Fabbrica di pianoforti di Ferdinando Sievers, domiciliato accanto la Chiesa di S. Teresa a Chiaja N.° 3.

Pianoforte di sette ottave e due tasti, col meccanismo a continuo scappamento, con cinque sbarre, e con cordiera a spine metalliche, per duc. 550." Elenco di saggi dei prodotti della industria napolitana presentati nella solenne mostra, 1844

1853

NAPOLI - "Fabbrica di pianoforti con Brevetto di Privativa di S. M. il lizN. S. del Signor Ferdinando Sievers : Strada di Ghiaia, Palazzo Francavilla. Un pianoforte grande a coda di legno palessandro a sette ottave." Elenco di saggi de' prodotti della industria napolitana maggio 1853, p. 50

NAPOLI - "I premiati sono quindici. Due con grande medaglia d'oro, e sono i signori Federico Pasquale e De Meglio Carlo: sei con piccola medaglia d'oro, i signori Breazzano Vincenzo, Helzel Giorgio, Helzel Egidio, Mach Vincenzo, De Meglio Giovanni, Sievers Ferdinando: sette finalmente con medaglia d' argento, i signori Bretschneider Paolo, Carrabba Pietro, Dei Baroni Corvo Girolamo, Leone Giuseppe, Maurer Giovanni, Muller (fratelli), Muti Raffaele. [...] Il Pianoforte del Sievers sembra attragga più l'attenzione per vaghezza di fregi che per innovazioni. Se ne loda però assai la voce magicamente flautata e robusta." Gazzetta musicale di Milano, 12/02/1854, p. 53-54

NAPOLI - "Giacomo Ferdinando Sievers di Pietroburgo, da più anni stabilito in Napoli, ha messo alla pubblica mostra un pianoforte di palessandro con lavori di scultura dello stesso legno. Il tompagno è messo di traverso. L'autore ha riunito in esso tutti i pregi dei più riputati fabbricanti dell'estero.

La voce è magicamente flautata e robusta, la tastiera pieghevole e di squisita docilità. Per debito di giustizia non è da trasandarsi che il valentissimo ed esperto Sievers, non trascura niuna cosa, per quanto i suoi mezzi ed il suo ingegno il richieggano, per migliorare e perfezionare gli strumenti della sua ben basata fabbrica." Disamina eseguita dal Reale Istituto d'Incoraggiamento de' saggi esposti, 1854, p. 196

NAPOLI - "Pianoforte del signor Giacomo Ferdinando Sievers.

Aveva il Pape in Parigi adattato per il pri mo sopra o sotto la cassa de' suoi pianoforti alcune sbarre di ferro, e ne otteneva effetti maravigliosi; ma per cagione del loro peso, difficile rendevasi il trasporto dello strumento.

sig. Sievers da Pietroburgo applicando per il primo presso di noi questo sistema, sapeva agli altri pregi de' suoi ricercati strumenti riunire quello della leggerezza. Imperocchè nelle connessioni laterali della tavola armonica e della cassa egli metteva spranghe di ferro fuso del peso non più di trentasei rotola diligen

temente combinando la forza del legno con quella del ferro, e procacciando nell' interno della cassa tai vuoti da renderne il suono perfettamente armonioso. Non si ristava però il Sievers da queste prime modificazioni apportate al congegno del Pape; ma fin dal 1838 concorreva recando in mostra un pianoforte dotato dell'altra non meno interessante innovazione della percussione inversa.

Questa consisteva nell' essere i martellini situati con metodo inverso dall' ordinario, disposti cioè in guisa da percuotere dalla parte superiore, e, qualunque fosse la forza premente il tasto, battere il martello sempre la corda al medesimo punto; ond' era che mai non si alteravano le proporzioni volute dalla teorica delle vibrazioni sonore, che stabilisce la lunghezza della corda, la sua doppiezza, ed il punto dove debb' esser tocca per aversene il maggiore e più gradevole suono.

Questa percussione per altro de' martellini da su in giù, a guisa di un collo di cicogna, era nota sin dal tempo del defunto Conte Stanhope, il quale adattolla al suo gran pianoforte a corde d'acciaio. Fu poi abbandonata sino a che non si vide risorgere in Parigi per le cure del prelodato Pape, che sommamente ne migliorò la meccanica, perfezionata posteriormente anche di più dal nostro Sievers. Le quali innovazioni essendo state sommamente plaudite, una medaglia di oro rimeritava l'ingegnoso costruttore delle sue fatiche.

Proseguendo egli con crescente alacrità a menare innanzi il suo opificio, nel 1850 un Real Brevetto di Privativa lo guiderdonava per la invenzione di un nuovo meccanismo di tastiera applicabile ai pianoforti verticali, ben diverso, e molto più interessante di quello del Roller generalmente adottato, nonchè di quelli di Brodword, di Pleyel, e di Erhard.

Il gran pianoforte intanto da lui esposto non ismentiva l'acquistata riputazione. Era di legno palessandro bellamente fregiato di semplici intagli: il fondo armonico, comunemente detto tompagno vi era messo di traverso ; il che, giusta la dottrina dei piani risuonanti, molto contribuiva a renderne la voce magicamente flautata e robusta : e la tastiera della estensione di sette ottave, alla solidità di costruzione aggiungeva quella squisita cedevolezza, che giustamente si richiede per ben eseguire le sonate di agilità.

Avendo perciò il valentissimo Sievers riunito nel suo istrumento tutti i pregi per qualificarsi ottimo, sentiamo il debito di congratularci con lui per averci dato un novello argomento del suo distinto ingegno e della sua operosità.

Ad onta però delle crescenti nostre fabbriche, e dei pregevoli strumenti che vi si costruivano, i pianoforti tedeschi venivano dalla generalità preferiti per la estrema semplicità del loro meccanismo, e quindi pel basso prezzo. Questa semplicità però facca desiderare uno scappo obbligatorio, e quindi un colpo più forte, sicuro e vibrato; onde il Sievers ogni cura si dava per render la tastiera dei pianoforti orizzontali, detti comunemente a coda, di semplice costruzione e di sicuro effetto.

Egli perciò ideava all' uopo una specie di scappo, il quale giustamente apprezzato nel 1851 dal Reale Istituto gli procurava la proposta del Brevetto d'invenzione. In questo nuovo scappo la molletta era più forte della consueta per lasciar cadere il martello da una specie di pivolo allo stesso soprapposto, ed all'oggetto registrato a vite.

Ora al muoversi Pianoforti dei signori fratelli Müller e Peisig. del tasto, piano o vibrato, scappando costantemente il martello, le corde ne venivano in corrispondenza percosse, ed i toni e l'armonia ne risultavano quindi completi e positivi.

Ma dovendosi la tastiera piazzare sotto la tavola armonica vi mancava il luogo soddisfacente, e le solite catene di legno incollate sotto la tavola impedivano di adattarvi il nuovo meccanismo queste catene d'altronde non potevano togliersi, dovendo servire di spartimento alla vibrazione, e dar forza e soe dar forza e sostegno, acciò, come dicesi, le corde cantino di sopra.

Quest' altre difficoltà venivano nel più semplice modo superate dal nostro costruttore, il quale nulla togliendo o aggiungendo, e senza ledere gli effetti armonici dello strumento, raggiungeva lo scopo fissando le catene dalla parte superiore della tavola armonica, rendendone così più facile ancora la costruzione, e meno imbarazzante il congiungi mento colla cassa.

I rinomati costruttori Pleyel ed Erhard avendo saputo giudiziosamente ovviare ai notabili difetti delle antiche tastiere de' pianoforti orizzontali, le loro invenzioni tanta rinomanza acquistarono, che quasi tutti gli strumenti che ci vengono dall' estero, o che si costruiscono in Napoli, hanno le tastiere secondo il sistema dell'uno o dell' altro.

Risultando però queste dalla combinazione di molti piccoli pezzi, ciascuno de' quali è destinato ad uno speciale uffizio, e che si metton tutti complessivamente in azione ad ogni minimo movimento del tasto; ne risulta, che le tastiere così costrutte per la loro complicazione costan molto, si guastano facilmente, e malagevole ne riesce la riparazione.

Intenti i fratelli Müller ad escogitare un nuovo sistema, che ai pregi di quello di Erhard, aggiungesse semplicità, faciltà di esecuzione, solidità, ed economia, felicemente vi pervenivano.

Tutto il congegno infatti dei Müller non consiste che nel munire il tasto di una specie di leva zancata, la quale mentre con un estremo spinge la martellina da sotto in sopra contro la corda, coll'estremo opposto limita l' ampiezza de' suoi movimenti. La martellina, essendo articolata su di un punto stabile, urtata appena la corda, ricade pel proprio peso; e mentre allora il riprenditore, situato verso l'estremo del tasto, la fissa nel suo posto, una piccola molla rimette la leva nelle pristine condizioni per poterla riurtare.

L'eper poterla riurtare. L'estremo poi del tasto funziona da potenza contro una leva di seconda specie che l'è di rincontro, la di cui resistenza è espressa dallo smorzo che si muove perciò da sotto in sopra. Epperò movendosi il tasto, mentre la martellina è spinta contro la corda, con minima forza lo smorzo ascende, libera la corda, e la rende capace di suonare; ma nel rimettersi il tasto, lo smorzo immantinenti ricade, e spegne nella corda le impresse vibrazioni.

Questo nuovo sistema essendo stato riconosciuto dal Reale Istituto di positivo vantaggio per un istrumento divenuto ora di uso generale; il munificente Monarca sin dal 1850 ne guiderdonava gli inventori con Brevetto di Privativa.

Tutto il pubblico ancora apprezzava il merito dei Müller nei tre pianoforti da essi recati in mostra, due dei quali erano orizzontali per concerto, ed il terzo verticale. I primi distinti per la voce sonora non lo erano di meno per la straordinaria docilità delle tastiere, di sette otlave, come costrutte secondo il loro sistema, che dicono a doppio registro; onde non poche parole di lodi venivan rivolte ai valenti costruttori da tutti coloro, che dell'arte divina della musica eran sapienti." Annali civili del regno delle Due Sicilie, 1854, p. 52-54

1860

NAPOLI - "Il signor Giacomo Ferdinando Sievers ha chiesto privilegio per una nuova applicazione delle molle elastiche nella costruzione dei pianoforti." Atti del governo estratti dal giornale officiale di Napoli, Nummers 1-27, Neapolitan Provinces, 1860, p. 49

NAPOLI - "Piano-forte a coda a 1 ottave con cassa in palissandro, del prezzo di L. 2000. Meccanismo francese, ma di sistema modificato dall'espositore : tastiera unita: martelli impellati, ma voce buona specialmente negli acuti." Consiglio dei giurati : Cenno sommario dui giudizi emessi dalla commissione ..., 1861

1861

FIRENZE - "Sievers Ferdinando, avente fabbrica a Napoli, ha esposto due piano-forti a coda ed uno verticale.

Il primo, di 7 ottave, con cassa in palissandro, e del prezzo di lire 2000, ha tastiera unita, buona voce e sufficientemente sonora, quantunque i martelli sieno impellati anziché guerniti di feltro come oggi comunemente si pratica.

Il meccanismo è francese, ma fabbricato appositamente e modificato in parte dietro invenzione dell'espositore.

Il secondo, di 6 ottave e 3/4 e del prezzo di lire 1560, per la costruzione è simile al primo, ma è sembrato alla Sezione di qualità un poco inferiore.

Il piano-forte verticale, con cassa di palissandro del prezzo di lire 1130, ha voce buona, ma la Sezione non è rimasta perfettamente contenta del meccanismo.

Tenuto conto del complesso dei prodotti di questo fabbricante, la Sezione lo reputa meritevole del conferimento della medaglia." Esposizione italiana tenuta in Firenze nel 1861, Volume 2, 1861, p. 396

FIRENZE - "Un ottimo verticale ne espose Sievers, pure di Napoli, a prezzo invero un po’ fortino. - Al paragone son molto migliori, e preferibili per prezzo i due a coda, e pur eccellenti dello stesso autore, e segnati a 1560 franchi." Sulla esposizione di Firenze lettere di Carlo Pisani Carlo Pisani, 1861, p. 47

FIRENZE - "4. Sievers Ferdinando di Napoli.
Piano-forte a coda a 7 ottave con cassa in palissandro, del prezzo di L. 2000. Meccanismo francese, ma di sistema modificato dall'espositore: tastiera unita : martelli impellati, ma voce buona specialmente negli acuti."
La esposizione italiana del 1861 giornale con 190 incisioni e con gli atti ..., 1861, p. 269

1862

LONDRA - "1273. Sievers, F. Naples. - Pianos and piano-stools." The illustrated catalogue of the industrial department, International exhibition, 1862, p. 66

LONDRA - "Sievers Ferdinando, Napoli. [Napoli 3. A e 2. 0 ] — Pianoforte a coda. — Idem a mezza coda. — Idem verticale." Esposizione Firenze 1861 - Catalogo officiale pubblicato per ordine della Commissione reale, Firenze, 1862

1867

PARIGI - "M. Sievers, de Saint-Petersbourg, établi à Naples depuis plusieurs années, fabrique des pianos à sons doux et graves, à claviers-pliables et d'une souplesse extraordinaire." L'Italie économique, avec un aperçu des industries italiennes à l'Exposition ...‎, 1867, p. 276

1873

VIENNA - "Giovanni De Meglio e Giacomo Sievers da Napoli, per pianoforti a coda e verticali." Gazzetta Musicale di Milano, 10/08/1873, p. 255

VIENNA - "Colla medaglia del Merito [...] Il sig. Sievers Giacomo di Napoli, pianoforti a coda, ecc." L'Esposizione universale di Vienna del 1873 illustrata ..., 1873, p. 184

VIENNA - "Luigi Lucarelli operaio benemerito della fabbrica di Giacomo Sievers di Napoli è stato premiato colla Medaglia di Cooperazione, dietro proposta del suo principale." Relazioni dei Giurati italiani sulla Esposizione universale di Vienna del ..., Giuria per la Esposizione universale di Vienna, 1873, p. 60

VIENNA - "In tali condizioni naturalmente i migliori fabbricanti di pianoforti italiani non hanno potuto ottenere la Medaglia del Progresso a questa Esposizione, poichè i loro strumenti non appartengono veramente ad essi che in minima parte.

Sicchè Giacomo Sievers, e Giovanni De Meglio di Napoli ottennero la Medaglia del merito, avendo esposto dei pianoforti ottimi, ma ben lungi ancora dai Bösendorfer, Streicher, Blüttmer, Erard, Herz, ecc., e fabbricati col materiale ritirato da Parigi o da Vienna." Relazioni dei Giurati Italiani Sulla Esposizione Universale di Vienna, 1873, p. 59

VIENNA - "A loro onore ed incoraggiamento rammenteremo i nomi degli espositori che presentarono pianoforti migliori e melopiani, essi furono il Siever ed il Da Meglio di Napoli, Caldera e Brossa di Torino, Alessandroni di Roma ed il Mola e l’Aymonino di Torino i quali conseguirono la medaglia del merito. II Fusella di Torino ed il Giuliano di Napoli conseguirono pure il diploma di merito pei loro pianoforti a cilindro." L'Economista, 20 giugno 1875, p. 748 (Bess Digital Archive)

VIENNA - "15. Sievers Giacomo, Napoli. - + Firenze, Londra.
- Pianoforte grande a coda a 7 ottave e 5 sbarre di ferro.
- Pianoforte a mezza coda con un nuovo meccanismo.
- Pianoforte Verticale con corde oblique a 7 ottave.
- Cassa con 50 volumi ed atlanti ei fabbricatori di pianoforti. [3109.]" Atti ufficiali della esposizione universale di Vienna del 1873 catalogo, 1873, p. 150

VIENNA - "1. Sievers in Neapel (von Geburt ein Russe); derselbe hatte ausgestellt: einen grossen geradsaitigen Flügel, einen kreuzsaitigen Salonflügel mit englischer Mechanik und ein halbobliques Pianino mit Hinterdämpfung.

Die Verbesserung der Mechanik von Seiten des Herrn Sievers besteht einerseits in einer Feder zur Verbesserung der Repetition, andererseits in einer Zusammenschraubung der Eisenplatte und in der Anbringung eines Klangstabes auf derselben. Desgleichen lag die erwähnte Constructionensammlung zur Ansicht aus." Musikalische Instrumente, [Expo Vienne], Oscar Paul, 1874, p. 71

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Fabbricanti di pianoforti in italia tra 1700 e 1849


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