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DE MEGLIO
a Napoli (°1800) & (°1828)
Il signor de Meglio merita particolare menzione per esser giunto a costruire forte-piani di rara perfezione. Tutto quello che per noi si ammira ne' forte-piani inglesi ed in quelli di Graff e di Stein lo ritroviamo a meraviglia imitato nei lavori di questo valentissimo fabbricante. La soavità del suono de* suoi strumenti è veramente incantevole; talché noi preferiamo per accompagnamento alla voce un forte-piano del de Meglio a qualsiasi altro." Il Progresso delle scienza, lettere ed arti: opera periodica, 1832, p. 153-154
Le minugie divennero un oggetto di esteso commercio."
Annali
civili del regno delle Due Sicilie, Volumes 1-3,
Naples (Kingdom). Real Ministero dell'interno, 1833
1834
Sono intervenuti nel campo i sigg. Helzel, Nicolai e Paolo de Blasio
: il primo con uno strumento a coda, di legno d'acero, adorno di
lavori xilografici 5 il secondo con due, uno de' quali verticale,
lavorati alla maniera inglese, ma che non raggiunsero il loro tipo;
il terzo anche con due, entrambi a coda, fatti ad imitazion de'
tedeschi, e che ci sono paruti degni di particolare nota, siccome i
primi pianoforti napolitani costrutti secondo un metodo recentissimo
inventato dal Graaf, ed il quale sta in questo : che il fondo di
legno o pianta che dicono è tolto via in gran parte, e messa allo
scoperto interna armatura, custodita solo da una tela di crine per
difenderla dalla polvere e dagl' insetti; onde avviene che da que'
timpani così aperti, e con apposito meccanismo ordinati, più libere
e pure e soavi scappan fuori e si dilatano le onde sonore.
Ma passi
anche più in là han dato da ultimo in Francia i costruttori di tali
armoniose macchine, delle quali, a via di combinazioni novelle, han
saputo e migliorare il suono e perfezionare la forma, tal che questa
impicciolita, nulla toglie a quello di forza, di purità, di eguaglianza.
Ne fanno fede gli esemplari prodottine in Parigi nella ceunata
Esposizione, e quelli singolarmente de1 sigg. Erhard e Pape.[...]"
Il Progresso delle scienza, lettere ed arti: opera
periodica, 1834, p. 213
1836
Ed in fatti il suo
pianoforte, lavorato secondo le ultime norme del Graaf [Graf],
parveci quello che più gli altri eccellesse per dolcezza nitidezza
estensione ed energia di suono; sebbene in generale dobbiamo dolerci
che non siasi per questa parte fatto gran guadagno, e che rimangono
ancora lai musicali strumenti di Napoli a gran distanza da quei di
Germania, di Francia e d'Inghilterra.
Né veruna delle novelle
invenzioni che fecero ad essi lieta in Parigi l'ultima esposizione
delle manifatture campeggiò in questa nostra. Ben noi le additammo
ed augurammo, ma i nostri voti rimasero delusi."
Annali civili del regno delle Due Sicilie,
Volumi 10-12, 1836, p. 81
1839
Teniamo al sig. De Meglio. E noto che due sistemi
diversi vengono seguitati nella costruzione de'pianoforti, l'uno
secondo la maniera inglese, l'altro secondo la tedesca.
La
costruzione inglese risplende per maggiore solidità, saldezza delle
corde anche a'colpi indiscreti, ed espressione maravigliosa; ma ciò
che in linguaggio tecnico appellasi lo sfondo de'tasti, vale a dire
il profondarsi che fanno alla pressione del dito, porta una certa
malagevolezza a chi vi suona musica difficile e in tempo allegro,
non potendo la mano, a cagione di quell'abbassamento scorrere sulla
tastiera con tutta la libertà e rapidezza che si richiede.
La
costruzione tedesca più facilmente si presta a tale occorrenza in
virtù del poco immergersi de' tasti ; ma in contrapposto è meri
solida, meno atta alla espressione.
Ora il nostro de Meglio di cui
tutti sappiamo la lunga esperienza e la non volgare perizia Dell'arte di cui si ragiona, dopo molti tentativi, dopo diligente studio
ed ostinato, è rioscito ad accoppiare insieme amicamente i pregi
dell'una e dell'altra maniera, ritependo l'artifizio degl'Inglesi
nello scappamento de'martelli, e moderando lo sfondo de'tasti, si
che si abbia l'espressione, ma non disgiunta dall'agevolezza e
dalla scorrevolezza della mano in sonare musica difficile e quanto
si voglia affrettata.
In ciò consiste la novità del suo pianoforte.
Quanto poi alla solidità e perfezione, si può di leggieri osservarle
da ognuno che si faccia ad esaminar lo strumento; del quale, perchè
aperto al di sotto, facilmente si scorge l'interna costruzione, ed è
di vari legni intarsiati, come ora egli pratica per tulli i suoi
pianoforti. Quello di cui si parlava è d'un bel legno americano da
lui denominalo lancino: ma dove si abbia egli pescala tale
denominazione, noi l'ignoriamo."
Annali civili del Regno delle due Sicilie,
1839, p. 74
Il Istituto
incarico dell'esame di tal domanda una Commissione, la quale
conchiuse essere cosa utile lo accoglierla. Il Istituto ne fa
rapporto al Ministro."
Annali civili del regno delle Due Sicilie,
Vol. 19-24, 1839, p. 40
1840
1842
Pianoforte verticale di nuova forma, quattro palmi alto, in sei
ottave e mezza, e due tasti, con due pedali, piano e forte, di legno
maogano.
Pianoforte palmi 4 alto con le corde situate diagonalmente, e con
fascia di metallo situata nel luogo dove sono attaccati gli uncini
delle corde, e ciò per la chiarezza de’ tuoni e per la solidità dell’
accordo.
Pianoforte a coda di legno palissandro, con la cordiera di ottone
nel pancone, e con la fascia di metallo. In questo pianoforte evvi
lo smorzo di nuova foggia, per modo che non fa alcuno scroscio, come
generalmente gli smorzi degli attuali pianoforti lo producono.
I prezzi di questi pianoforti si troveranno su di essi segnali."
Elenco di saggi de prodotti della industria
napolitana presentati nella ..., 1842, p. 40
1844
Tre pianoforti di diverso lavorìo sono quelli del fabbricante
Vincenzio Mach, ma tutti contengono il meccanismo tedesco; uno è a
tavolino di bellissima forma, ed ha la tastiera di sole sei ottave,
e gli altri due sono a coda di elegante aspetto, e di armonioso
suono.
Essi sono con tastiera di sette ottave e due tasti, come
similmente l'è costrutto il pianoforte di Egidio Helzel, e l'altro
di Angelo Federici [sic]."
Rapporto letto al Real Istituto
d'incoraggiamento alle scienze naturali, 1844, p. 55-56
1853
Carlo DE MEGLIO
(°1800)
Se dobbiamo arguire dalla specie
degli strumenti presentati dai fabbricatori premiati, convien dire
che la sola fabbricazione dei pianoforti sia attiva ed anche
numerosa in quella capitale. [...]
Carlo de Meglio è il più anziano
dei fabbricatori di pianoforti in Napoli. Si guadagnò altre medaglie d'oro nel 1828 e nel 1838: ebbe brevetto
di privativa nel 1840 per alcune invenzioni. Il pianoforte, che gli
valse il premio presentemente, è fabbricato col sistema di
Broadwood."
Gazzetta musicale di Milano, 12/02/1854,
p. 54
In proposito di questo interessantissimo
istrumento, divenuto oramai di un uso generale, supplendo ad un
intero orchestra, ben riflettea il Socio relatore del Reale
Istituto, che da quasi mezzo secolo divise sono le opinioni se nel
costruirlo debba seguirsi il metodo inglese, tedesco, o francese. «
Si ascriveva un tempo a fortuna il possedere un pianoforte di
Corrado Graff tedesco, che sopratutto toccava il primato.
Progredendo l'uomo, quasi diremo a giganteschi
passi, nel campo musicale, mosso dal grande sviluppo che la musica
faceva, si vide in obbligo dover ricorrere ad altri meccanismi di
maggior forza, e di più complicate costruzioni. Quindi il semplice
ma severo meccanismo del rinomato Graff, e di ben altri autori sì
nostri come stranieri, trovò più grandioso e sonoro sviluppo nelle
fabbriche, che oggi giorno mcnano grido in Europa, de' Pleyel, e
degli Erhard ».
Il sig. Carlo De Meglio napolitano volle anche
egli per il primo addivenire fabbricante Il sig. Breazzano,
fabbricante di strumenti di pianoforti di questa Capitale; e
quantunque di scarsi mezzi fornito , pure decorosamente vi riusciva,
perchè non difettava nè d' ingegno nè di volontà.
I primi suoi strumenti che presentava nella
Esposizione del 1828 venivano con plauso accolti, e premiati con
medaglia d'oro; e pari segni di approvazione, e d'incoraggiamento
riceveva in quella del 1838.
Giovanni DE MEGLIO
Questa
speranza non veniva smentita dal bel pianoforte di legno palessandro
che vedevamo esposto; imperocché vi ammiravamo una pregevole
modificazione apportata al sistema di Erhard [sic], da lui prescelto
per costruirne la tastiera.
Il martello vi giocava libero, e senza
l'aiuto della molletta, nò della fettuccia; circostanze che rendono
imperfette e di poca durata le costruzioni verticali. Lo strumento
si raccomandava ancora per la voce oltremodo armonica e toccante, e
per la eleganza della forma."
Annali civili del regno delle Due Sicilie,
Volumes 50-52, Naples (Kingdom). Real Ministero dell'interno,
1855, p. 57
1860
Nel 1840 meritò un brevetto di
privativa per alcune innovazioni recate in quella fabbricazione.
Altro dei
più antichi costruttori di questo strumento è il signor Giorgio Helzel.
Il
signor Sievers, di Pietroburgo, da più anni stabilito in Napoli, fabbrica
pure pianoforti a voci flautate e robuste, a tastiere pieghevoli e di
squisita docilità.
Anche i fratelli Federico sono rinomati colà pei loro
lavori di solida e positiva costruzione. Degni parimenti d'encomii sono i
fabbricatori Mach, Muller e Reisig, Maurer, Brutschaimeder [Bretschneider], Schmid,
stranieri d'origine, ma che onorano la lor patria d'adozione con opere
tenute in molto pregio, sia per la bontà del suono, sia per nuovi trovati di
cosini/iom; e diversità di forma, sia per squisita adornezza di lavoro.
Numerosi sono del pari nel regno i fabbricatori di -macchine armoniche.
[...]"
Annali universali di statistica, economia pubblica,
legislazione, storia, 1860, p. 259
1861
1862
1867
Sicchè Giacomo Sievers, e Giovanni De Meglio di Napoli ottennero la Medaglia del merito, avendo esposto dei pianoforti ottimi, ma ben lungi ancora dai Bösendorfer, Streicher, Blüttmer, Erard, Herz, ecc., e fabbricati col materiale ritirato da Parigi o da Vienna." Relazioni dei Giurati Italiani Sulla Esposizione Universale di Vienna, 1873, p. 59
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