"Venezia - Teatro Gallo ed Apollo.
Lo Scaramuccia, L'Elixir d'Amore, Accademia Camploy. ( Li 26 giugno
1858). Sulle scene del teatro Gallo ricomparve lo Scaramuccia con
successo bastantemente lodevole, di cui una parte di merito attribuiremo
allo Scheggi che valorosamente sostenne il carattere dello Scarafaggio,
e l'altra alle briose note del Ricci: chè del resto non avremmo gran
fatto a lodarsi.
Allo Scaramuccia successe l'Anna Bolena, ma quanto la regina infelice,
infelici furono e regio sposo, e Percy, e la bella Seymour. Al teatro
Apollo si rappresentò ieri sera per la prima volta l'Elixir d'Amore, il
quale ebbe un dichiarato favore dal Pubblico.
La gentile Trivulzi, lo spiritoso buffo Fontana, il valente basso
Sebastiano Ronconi e l'Antognini tenore diedero prova di quanto sieno
capaci sì nel faceto, come nel serio. Se non che taluni ricordano
migliore l'ese cuzione dello Scheggi nella parte del cerretano da lui
plausibilmente sostenuta, non è gran tempo, su queste scene, quantunque
tale opinione non sia generalmente sentita.
Il signor Camploy, in cortesia a nessuno secondo, adunò jeri mattina in
sua casa, onde offerire un musicale trattenimento, dilettanti ed
artisti, fra quali il giovanetto professore signor Alfredo Piatti, che
volle con soavi accordi sul magico suo violoncello intuonare l'inno
della partenza dal bel paese baciato dalla Laguna.
I signori Treves e Marzari fra dilettanti, i signori Ronconi, Antognini
fra gli artisti trattennero gradevolmente il numeroso e colto uditorio
con vari pezzi musicali alternati dalle melodie eseguite sul piano-forte
dai giovanetti signor Trevisan e signor Angeli, allievi del mai
encomiato abbastanza signor Camploy.
I signori Treves e Marzari fra dilettanti, i signori Ronconi, Antognini
fra gli artisti trattennero gradevolmente il numeroso e colto uditorio
con vari pezzi musicali alternati dalle melodie eseguite sul piano-forte
dai giovanetti signor Trevisan e signor Angeli, allievi del mai
encomiato abbastanza signor Camploy.
Il terzetto dell'Italiana in Algeri venne a generale richiesta ripetuto
cortesemente dai signori Treves, Ronconi ed Antognini.
L'eletto circo delle gentili invitate e degli ammiratori cittadini e
stranieri ebbero anche in questa occasione una prova novella del merito
del signor Camploy, a cui auguriamo un felice successo nella lodatissima
impresa che si propone, onde stabilire in Venezia un istituto di canto e
di suono."
Il Pirata. Giornale di letteratura, belle artl,
mestieri, mode ..., 1838, p. 3-4
"VENEZIA.
– TEATRI ED ACCADEMIE, ec. ( Li 4 luglio 1858 ) Colla sera di domenica
primo corrente ebbero termine le rappresentazioni musicali al teatro
Gallo, e quelle al teatro Apollo stanno per terminare.
S'avvicendano in quest'ultimo intanto col Torquato, la Chiara di
Rosenberg, colla Sonnambula, l'Elisir, dove è ragione encomiare il
tenore Antognini, il quale ai bei modi di canto unisce voce intuonata ed
estesa.
Approfittando degli artisti dell'uno e l'altro teatro prima di loro
partenza, il celebrato per cortesia signor Camploy rinnovellò lunedì 2
del corrente un musicale trattenimento, nelle ore mattinali, in sua
casa, ove adunossi il fiore della cittadinanza.
Il dilettante signor Zanetti, e gli artisti signora Scheggi, signor
Ronconi, Scheggi, Antognini e Fontana accoppiarono al suono di
clavicembali soavissime melodie.
Fra queste un duetto scritto per piano-forte dall'immortale Rossini I
Marinari fu apprezzaso, acclamato e ripetuto. Lo stesso duetto su
cantato in tuono originale (ciò ch'è da osservarsi ) più sere nel teatro
di Apollo, incontrando mai sempre il generale favore.
Il Professore Martorati suonò un pezzo per flauto accompagnato sul
piano-forte dal giovanetto Trevisan, composto da Herz. Dai signori
Angeli e Trevisan, lodevoli allievi del benemerito Camploy, si eseguì
sui due piano-sorti un pezzo squisito, non che una composizione di Herz
a quattro mani.
Ora che per la troppo affannosa stagione si fanno silenziosi, o per
elezione deserti i teatrali convegni trascorreranno alcuni giorni senza
poter annunziare spettacoli di queste scene o novità musicali, a meno
che non porgesse argomento di dire la comica compagnia dal siguor
Gianuzzi diretta, il quale si propone far rappresentare la commedia
nelle ore diurne al teatro Malibran.
Infrattanto l'ingegnoso signor Cucchiani, nelle sale del Ridotto, offre
giuochi meccanici ed uccelletti ammaestrati con maravigliosa perizia.
Ma per parlare di novità assolute annunzierò la comparsa in questi
giorni a Venezia di una cicala, non di quelli insetti che appaiono nei
caldi mesi soltanto, ma di una cicala che si propone di volere stridere
anche nel verno, infine di una cicala giornale, giornale, come egli
s'intitola, di mode, di teatri, e di qualche altra cosa. Il giudizio a
chi spetta! . . . . . Giorgio Podestà."
Il Pirata. Giornale di letteratura, belle artl,
mestieri, mode ..., 1838, p. 11
"COPISTERIE DI MUSICA.
Nel parlare delle due principali Copisterie di musica che stanno aperte in
Venezia, cadrebbe in acconcio di dire alcuna cosa sull'amore ch'ebbero
sempre i Veneziani alla musica, e sulle utilissime opere che intorno ad essa
hanno publicato.
Ma tali cose e per libri stampati e per tradizioni e per fama divulgatissima
sono a bastanza manifeste, e ancorchè nol fossero, la concisione
prescrittaci non ci permetterebbe di estenderci in particolarità che non
sono strettamente connesse al nostro intendimento.
Laonde, accennato delle suddette due Copisterie, eleggeremo piuttosto di far
qualche cenno sull'Istituto musicale privato di Giuseppe Camploy, che onora
veramente Venezia, e vale a tener vivo e a giovare il genio per la musica,
che può dirsi innato nei Veneziani.
La più antica di esse Copisterie è quella sotto l'antica ditta Benzon, sita
presso il ponte dei Baratteri; e il forestiero e l'amatore la troveranno
sempre ampiamente provveduta dei migliori pezzi, ridotti per pianoforte o
per altri istrumenti, de' più nuovi spartiti, nonchè di quelli de' più
celebri maestri, i quali, sebbene non di ultimissima moda, pure devono
essere studiati da chi non si contenta di entrare al vestibolo dell'augusto
tempio, ma vuol penetrare nell'intimo tabernacolo, e divenire fervente
ministro del nume che vi si adora.
L'altra Copisteria, di cui è proprietario Antonio Gallo, nella merceria di
s. Giuliano, è pure bene provveduta di spartiti de'moderni più illustri, e
in essa si ha il vantaggio, che il proprietario è intelligentissimo della
merce che spaccia, sendo per giunta valente nell'arte del violino.
Questi due fondachi di musica valgono egregiamente alla cultura degl'ingegni
che si sentono da natura chiamati a professar l'arte del canto o del suono,
la quale sopra le altre rallegra gli animi e fa dimenticare gli acerbi
fastidii della esistenza.
Ma l'Istituto musicale privato, imaginato da Giuseppe Camploy sino dal 1838,
riesce di ben maggior giovamento, dappoichè sotto valenti maestri instilla
all'alunno gli elementi di una regolata educazione, e gli addita il retto
sentiero da battere in mezzo a tanta copia di scuole e a tanto conflitto di
opinioni.
Il Camploy e con questo Istituto, e con le continue accademie di canto e di
suono che appresta nelle sale della sua abitazione (campo di S. Paterniano,
parrocchia di S. Luca, N. 4233), e in fine con la vendita di pianoforti,
d'arpe, violini ecc. delle migliori fabriche, reca notevoli vantaggi
all'arte musicale fra noi, e per ciò merita non solo parole di encomio, ma
prove d'inco raggiamento.
Noi tenghiamo raccomandato il di lui nome e le faticose sollecitudini per
l'arte da lui adoperate ai forestieri ed ai nazionali; ed al fine di
mostrargli in qualche guisa la nostra gratitudine, vogliamo qui recare in
compendio le principali discipline del suo Instituto di musica, con alcune
altre notizie che vi hanno relazione, desiderosi che le lodevoli intenzioni
di lui sortano pieno effetto.
» In questa scuola l'insegnamento è rivolto: 1. Al suono del pianoforte; 2.
al bel canto; 3. al contrappunto.
» Lo studio del pianoforte viene regolato coi metodi più veri e coll'aiuto
dei mezzi più recenti conosciuti opportuni ad agevo lare la perfetta
riuscita.
» S'insegna il canto in modo che gli studenti, in uno alle leggi inviolabili
ed ai veri modi del bel canto italiano, apprendano l'arte importantissima e
in generale ai di nostri tanto trascurata della lettura.
» Il contrapunto s'insegna cominciando dagli elementi della scala armonica e
conducendo passo passo gli alunni alla piena conoscenza teorica e pratica
del comporre.
» L'accompagnamento in genere forma necessariamente un ramo successivo
d'istruzione.
» Gli allievi troveranno nei loro precettori il massimo impegno concorde di
trasfondere in essi il proprio sapere per le vie più sollecite, chiare e
sicure, affinchè, favoriti dalle loro particolari disposizioni, dandosi allo
studio volonterosi, giunger possano al maggior grado di valentia.
» Ad eccitare in essi la emulazione avrà luogo ogni anno, prima delle
vacanze da destinarsi, un esame alla presenza di professori distinti,
invitati a riconoscere i loro progressi, e verranno distribuiti dei premi ai
più valorosi.
» La scuola si offre tanto a maschi, quanto a femine, in ore però separate.
» Non vengono accettati che giovani di comprovata probità, e muniti di
regolari certificazioni. » L'annua somma da pagare è di austr. L. 180.
– Ogni aspirante deve obligarsi per un intero anno, lasciatagli libertà di
pagare in rate mensuali o trimestrali o semestrali. » Gli scolari ricevono
tre lezioni per settimana in ciascun ramo, ed ogni lezione dura due ore
intere.
» Oltre al suddetto insegnamento, viene data istruzione nell'Istituto del
Camploy nel maneggio dei principali strumenti d'orchestra, sempre che si
offra un conveniente numero di scolari.
» Siccome poi il fine pel quale il Camploy ha attuato questo Istituto è
quello di giovare direttamente all'arte, così egli si assume di educare
gratuitamente nel suddetto insegnamento un alunno il quale presenti
manifeste disposizioni fisiche, sia di buona morale ed appartenga ad onorata
famiglia.
Abbiamo detto che anche collo spaccio di eccellenti pianoforti ed altri
istrumenti il Camploy reca giovamento alla divina arte della musica.
A ciò aggiugniamo, ch'egli è sempre provveduto di questi strumenti di
qualunque forma e delle più riputate fabriche; che nello smercio di essi
concede utilissime agevolazioni, possibili a lui solo, il quale esercita
questo commercio in grande, e tiene depositi filiali in Treviso, Padova,
Vicenza, Milano, Bologna, Ferrara.
Oltre a ciò, egli ha un assortimento di eccellenti strumenti da arco, val
dire violini, viole e violoncelli antichi dei più rinomati fabricatori
cremonesi e d'altri classici autori italiani, tal che anche in questa parte
è al caso di poter soddisfare a qualunque ricerca. [...]"
Venezia o colpo d'occhio letterario, artistico,
storico poetico e pittoresco ..., 1844, p. 634-63
"Ci facciamo
premure di pubblicare il seguente articolo rguardante i Pianoforti di
costruzione di Angelo Cesare Colombo di Milano, a inizio incontrastato
che l'industria italiana progredisce rapidamente innanzi.
PIANO-FORTI ITALIANI (Le fabbriche sono in Vimercate ed in Milano Contrada
Santo Mattia alla Moneta N.° 3134.)
Vorrei che al pubblico andasse a grado, quanto, nell'intendimento di essere
sentito ed incoraggiato vieppiù, vado lieto di quì annunziare.
Sono già scorsi alcuni anni dacchè in unione a mio fratello Carlo attivai
una fabbrica di Pianoforti in Vimercate. Quantunque ognor privo delle
materie le più necessarie ond'essere certo di buon risultato, il desiderio
di veder fiorire tal arte anche nel nostro paese, diedemi coraggio a
sorpassare tanti altri ostacoli di contrarie prevenzioni, ostinati
pregiudizi, opposti interessi ed inveterate abitudini, e pervenni a produrre
istromenti che poterono soddisfare.
Le numerose commissioni avute anche per parte dell'estero, il giudizio
pronunciato dall'istituto Lombardo di Scienze Lettere ed Arti su di un
Pianoforte verticale inviato all'esposizione nel 1851, la medaglia d'argento
con giudizio sospeso per premio maggiore, concessami dall'Istituto medesimo
nel 1855, la commissione avuta nello stesso anno di quaranta Pianoforti pel
sig. Ettore Guimet, il lusinghiero giudizio ottenuto dai distinti sigg.
Angeleri, Langalli e Bianchi, che richiesi del loro parere su diversi miei
strumenti, e finalmente l'incarico di costruire 100 Pianoforti per conto
dell'intelligente ed onesto negoziante di tali istromenti sig. Giuseppe
Camploy di Venezia, m'incoraggiarono e mi persuasero ad un tempo
dell'assoluta convenienza d'ampliarne l'impresa.
Per ottenere tale intento invitai detto sig. Camploy a convertire la sua
commissione in una regolare associazione, a cui egli buon grado acconsentì
riconoscendo impresa dignitosa il tentativo di redimere la patria della
musica da una dura dipendenza.
Appena ottenuto sì efficace appoggio, volli visitare le più distinte fabbriche
straniere, provvedere all'origine le materie occorrenti alla fabbricazione e
procurarmi abili operaj.
Talchè ritengo di poter conscienziosamente assicurare chiunque altri mi
onorasse di commissioni, che i prodotti della società Colombo-Camploy non
mancheranno di verun requisito, che garantir possa, colla economia degli
acquirenti, una parità di esito anche in confronto agli stromenti esteri ai
quali soli fino ad ora si è data una speciale deferenza sicchè di essi tante
volte si desiderasse, più il nome straniero che la bontà reale.
In pari tempo trovo anche di annunciare al pubblico una mia nuova invenzione
di Piano Forte Doppio, il quale offre ai pianisti vasto campo per cavare a
volontà la più grande espressione. Mi sia dunque lecito sperare che fra poco
ognuno dirà che anche in Italia si fanno buoni e solidi Pianoforti, e che
non si copia soltanto. ANGIELO CESARE COLOMBO."
Il Buon Gusto, 21/04/1857, p. 138 - Vedi
COLOMBO
(°1846)
NECROLOGIA
"— De Venise on annonce la mort de Giuseppe Gamploy, marchand de pianos et
propriétaire du théâtre qui porte son nom. Ce théâtre, érigé en 1655 sous le
nom de San Samuele, par les soins de la famille Grimani, était passé des
mains de celle-ci dans celles des Camploy.
Détruit par un incendie en 1747, il avait été reconstruit aussitôt, et eut son
moment de splendeur.
Depuis plusieurs années déjà il est fermé, et il sert aujourd'hui de magasin
de bois.
Giuseppe Camploy, qui avait formé une précieuse collection d'instruments à
cordes et qui était natif de Vérone, est mort à 95 ans, bien qu'à l'âge de
25 ans les médecins l'eussent condamné comme phtisique."
Le Ménestrel : journal de musique, 10/03/1889,
p. 80 (gallica.bnf.fr)
C AMPLOY
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Per i riferimenti,
vedere la pagina
Fabbricanti di
pianoforti C
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